Le prime notizie dell’arrivo del quadro di S. Maria Madre della Consolazione in Reggio Calabria, in dimensioni molto più ridotte e senza le immagini di san Francesco d’Assisi e di sant’Antonio di Padova, pare siano avvolte dal mistero.
Al momento le ipotesi formulate dagli storici si collocano nella fascia temporale tra la fine del secolo XV e l’inizio del secolo XVI. Secondo alcuni il piccolo Quadro è stato portato da una famiglia, la cui identità continua a rimanere misteriosa, trasferitasi da Genova nella città dello Stretto. Secondo altri, tra i quali l’autorevole Parisio, pare sia stato Elia lo Speleota a donarlo alla famiglia Laboccetta, nel cui territorio è stata eretta una cappellina eremitica, all’interno della quale si è costruito l’altare dove è stato collocato il piccolo Quadro.
Successivamente, per via ereditaria, la cappellina, con annesso la proprietà territoriale, è passata alla famiglia Diano.
1518: I padri Ludovico Comi o Cumi e Barnardino Molizzi, dell’Ordine degli Osservanti di san Francesco d’Assisi, danno inizio alla Riforma cappuccina. La loro fama di scienza e di santità inducono diversi confratelli a seguirli nell’esperienza religiosa secondo la genuina forma della Regola dettata dal Fondatore.
1533: Sette sacerdoti cappuccini: Ludovico Comi, Bernardino Molizzi detto il Girgio, Francesco Palemone e Ludovichello (tutti nativi di Reggio), Michele da Castrovillari e Francesco da San Martino cinque fratelli non chierici lasciano Velletuccio; e cinque fratelli non chierici: f. Angelo da Calanna, e i reggini f. Matteo Sacco, f. Giovanni Candela, f. Antonino Tripodi e f. Bonaventura, lasciano l’eremo di Valletuccio per piantare le loro povere capanne attorno alla Cappellina dell’Eremo, offerta loro in dono dal nobile Bernardo Mileto. A tale pregevole donazione si aggiungono, nel corso degli anni, quelle di Giovanni Domenico Cumbo, Francesco Mantica e Paolo Cumbo.
A invitare, sul finire del 1532, i cappuccini a Reggio Calabria era stato l’Arcivescovo Mons. Gerolamo Centelles, vedendo in essi dei validi collaboratori al suo progetto pastorale di rinascita spirituale, sociale e culturale del clero e del popolo.
1547: il nobile Camillo Diano commissiona al pittore Niccolò Andrea Capriolo la riproduzione dell’immagine della Madonna della Consolazione su tavole telate di dimensioni più grandi, così come le vediamo oggi.
1548: il 6 gennaio il nuovo Quadro viene benedetto, nella Chiesa Cattedrale, dall’Arcivescovo Mons. D’Agostino, alla presenza dei Duchi Gonzaga di Monza. Terminato il rito, il nuovo Quadro viene portato processionalmente alla chiesetta dell’Eremo.
1569: l’Arcivescovo Mons. Gaspare Del Fosso (Ricciullo) consacra la nuova chiesa.
1576: Reggio viene contagiata dal morbo della peste. Circa settecento persone perdono la vita.
1577: l’annuncio della cessazione della peste è dato dalla Vergine della Consolazione a fra Antonino Tripodi, religioso di santa vita, invitandolo a recarsi dall’Autorità cittadina per un pellegrinaggio di ringraziamento alla chiesa dell’Eremo. Nella circostanza si offre un grosso cero alla Madonna. Fra Giacomo Foti da Reggio, padre Geronimo Migliore da S. Giorgio Morgeto e padre Girolamo da Montesoro cadono vittime di carità nell’assistere gli appestati.
1592: le Autorità cittadine, con atto pubblico, deliberano che la festa del 21 novembre in onore della Madonna della Consolazione sia festa cittadina.
1594: il 4 settembre attracca al molo di Pellaro una flotta ottomana, invadendo la città. I frati cappuccini, aiutati da un gruppo di reggini, si pongono a difesa del venerato Quadro anche a rischio della vita. Alla fine decidono di nasconderlo, fino al ritiro definitivo del nemico.
1602: si rinnova il voto del pellegrinaggio.
1606-1607: la regione è sconvolta da continue scosse telluriche con danni ingenti. La città dello Stretto, grazie alla protezione di Maria della Consolazione, non soffre alcuna perdita umana e non accusa danni.
1636: un’epidemia mortale stringe nella morsa molti paesi; appena si evidenzia qualche caso nella nostra Città, vi si porta subito il Quadro della Vergine e l’epidemia cessa.
1638: è un anno in cui la forza tellurica si scatena, seminando morte e distruzione in circa 150 centri urbani e rurali. Si contano circa dodicimila vittime umane. Il Quadro è condotto in Cattedrale e collocato nella Cappella del Santissimo Sacramento, rimanendovi per due anni. Reggio ha il dono dell’incolumità. Le Autorità cittadine, con due atti pubblici, a firma notarile, del 26 e del 30 aprile, istituzionalizzano l’offerta del cero e un pellegrinaggio annuale da farsi il 26 aprile d’ogni anno.
1657: ancora una volta i reggini conducono processionalmente il quadro della Vergine della Consolazione in città e con penitenze e orazioni continue la invocano perchè li preservi dalla peste. La grazia è concessa. Per l’occasione si rinnova il voto del cero.
1672: una terribile carestia s’abbatte sulla città. La gente arriva a cibarsi di carne di cavallo e di cane. Si porta il Quadro in Cattedrale e mentre si prega giunge la notizia dell’arrivo di navigli carichi di grano.
1693: la terra torna ripetutamente a tremare. Il popolo si reca in processione penitenziale alla chiesetta dell’Eremo e mentre vi si celebra la Messa una poderosa scossa tellurica fa emettere un urlo di panico dai presenti. Un padre cappuccino esorta alla calma e all’abbandono nella bontà misericordiosa divina. Quindi si scende il Quadro in Duomo, ornandolo di una cornice d’argento, con le offerte del popolo. E di due corone d’argento. Si trasferisce la festa da novembre a settembre, preceduta da sette sabati, da celebrarsi all’Eremo.
1696: altra carestia, che viene scongiurata con l’arrivo di bastimenti in giorno di sabato.
1706: nuovi terremoti flagellano la Calabria. Il Quadro viene accompagnato in Cattedrale, dando inizio ad una fervente testimonianza di fede popolare con segni penitenziali.
1719: l’ufficiale dell’esercito tedesco, colpito alle gambe nella battaglia contro gli spagnoli,viene trasportato nell’ospedale di Reggio. Guarisce dalle gravi ferite, ma non può camminare che con le stampelle. Saputo dei prodigi della Vergine della Consolazione, si porta nel nostro Santuario e, con le lacrime agli occhi, implora la guarigione, che gli è accordata da Dio per intercessione della Madonna. Lascia le crucce in voto al Santuario.
1722: il 15 settembre si pongono, donate dal Capitolo della Basilica di S. Pietro in Vaticano, sul capo di Gesù Bambino e della Madonna due splendide corone d’oro. Con le due precedenti si disegna la grande M che si vede sul retro della Vara.
1743: terremoto e peste inducono i reggini a ricorrere fiduciosi all’aiuto della Vergine della Consolazione, il cui Quadro viene accompagnato per la città di Reggio perchè possa Ella preservarla dalle rovine del terremoto e dal flagello della peste. La peste, però, irrompe con una virulenza mai vista prima, mietendo vittime anche tra sacerdoti e religiosi, offertosi per assistere i contagiati. Fra questi angeli di carità ricordiamo contiamo ben 8 cappuccini, tra i quali padre Paolo Moschella da Reggio, fra Mansueto da Mosorrofa, padre Francesco da Siderno e fra Pacifico da Ortì.
1752: il clero secolare e regolare, d’accordo con i rettori del Comune, avvalorando la domanda l’Arcivescovo, fanno domanda al Papa che la Vergine della Consolazione sia proclamata Patrona Principale della Città. La richiesta è accolta e promulgata con apposito decreto pontificio, datato 26 agosto 1752.
1753: la Sacra Congregazione dei Riti concede, dietro nuova istanza del clero, dei religiosi e dei Sindaci, consenziente l’Arcivescovo Mons. Capobianco, che il martedì dopo l’ultimo sabato si celebri la solennità di S. Maria Madre della Consolazione, con Liturgia delle Ore e Messa proprie.
1763: terminato un novenario di preghiera per l’avvenuta carestia, arriva un naviglio carico di ottomila tomoli di grano.
1771: la Santa Sede decreta che la Liturgia delle Ore e la santa Messa del martedì, concessi per la sola Chiesa Metropolitana col precedente decreto, siano estese anche alle chiese e cappelle cittadine.
1783: un tremendo terremoto, con risonanze triennali, provoca ingenti danni in Calabria, distruggendo città e centri rurali. Le testimonianze storiche tramandano che il ven. padre Gesualdo e il padre Votano si recavano nei paesi e nei villaggi per invitare alla conversione penitenziale i popoli, onde ottenere dal Signore la liberazione di tale drammatico evento. I morti nella città di Reggio ammontano a soli diciannove. Con l’istituzione della Cassa Sacra, i cappuccini sono costretti, loro malgrado, ad abbandonare il convento con annessa la chiesa.
1801: i cappuccini fanno ritorno al convento, felici di ritrovare la loro Mamma consolatrice. Viene nominato Guardiano padre Gesualdo Malacrinò.
1819: con Mons. Tommasini, nuovo Arcivescovo della Chiesa metropolitana reggina, la Santa Sede la solennità festiva della Madonna della Consolazione viene estesa a tutta la diocesi.
1837: scoppia il colera, ma Reggio registra, a differenza di altre città e villaggi, un numero abbastanza esiguo di vittime.
1854: si riaffaccia il colera, che però non ha gravi conseguenze sulla salute cittadina, grazie alle preghiere penitenziali del popolo.
1866: con l’entrata in vigore della legge eversiva, decretante la soppressione degli ordini religiosi, i cappuccini sono nuovamente costretti a lasciare l’Eremo.
1867: un’altra ondata epidemica di colera porta scompiglio e morte tra i reggini, provocando novecento vittime. La vigilia della natività del Signore, il popolo, nonostante il divieto delle Autorità ecclesiastiche e civili, sale alla chiesa dell’Eremo per condurre processionalmente l’immagine della Madonna della Consolazione per le vie cittadine.
1883: ricorrendo il centenario del terremoto, il Quadro viene sceso in città.
1896: il 23 luglio si firma una convenzione tra il Card. Portanova e il Sindaco nella quale si decide che il Santuario viene dato alla Curia vescovile, alla quale è demandato il diritto di organizzare la festa religiosa annuale, preceduta da sette sabati da celebrare nella chiesa dell’Eremo, mentre per la parte civile ci pensa l’Amministrazione comunale.
1897: nasce, su iniziativa del Card. Gennaro Portanova, la “Pia Congregazione di Maria SS. della Consolazione”, con annesso statuto.
1908: un violento terremoto rade al suolo Reggio e Messina. Incalcolabili di danni alle persone e alle cose. Si erige una baracca, accanto alla chiesa distrutta, per la celebrazione dei Sacri misteri. Intanto ci si prepara per l’inizio dei lavori del nuovo Santuario.
1911: il venerato Quadro, dalla Chiesa cattedrale baraccata, torna all’Eremo.
1930: in occasione della celebrazione del Giubileo mariano, l’Effigie della Madonna della Consolazione viene accompagnata processionalmente in Cattedrale e si stabilisce di incoronare il simulacro della Patrona e Protettrice.
1936: il 13 settembre Mons. Carmelo Pujia procede alla solenne incoronazione del Bambino Gesù e della Madonna.
1948: per il IV centenario della benedizione del Quadro della Madonna della Consolazione, si programma la “Peregrinatio Marie Matris Consolationis” in tutta la diocesi, che inizia il 13 febbraio e termina l’11 aprile. Il Quadro rimane in Cattedrale fino al 30 maggio. Nel pomeriggio dello stesso giorno il venerato Quadro viene accompagnato, con una solenne processione, alla sua sede naturale.
1954: si pone la prima pietra dell’attuale Santuario, progettato dall’architetto Sbarracani.
1965: il 30 luglio Mons. Ferro, che ha voluto la costruzione del nuovo Santuario, lo benedice e lo apre al culto. Il 18 settembre la chiesa dell’Eremo viene eretta Parrocchia.
1966: il primo gennaio s’inaugurano gli artistici lampadari, posti ai lati del Sancta Sanctorum. L’8 settembre sull’Altare maggiore si pongono due candelieri, progettati dalla Sbarracani ed eseguiti dal prof. Michele Di Raco.
1966: il personale del deposito locomotive FF.SS. di Reggio Calabria offre in dono il nuovo organo.
1966: 28-30 novembre viene installato il nuovo portone della chiesa, offerto dalla sig.ra Teresa Vilardi Delfino.
1967: padre Giovanni Musolino benedice, su delega di Mons. Arcivescovo, la Via Crucis, opera del prof. Pasquale Panetta. Il 5 giugno si inaugura l’altare laterale sinistro, offerto dalla sig. Curatola Bosurgi Caterina e dedicato a San Francesco d’Assisi, mentre il 21 settembre s’inaugura l’altare destro, offerto dall’avv. Giovanni Rossetti e dedicato a S. Antonio. I tabernacoli e i candelieri sono opera, rispettivamente, del prof. Michele Di Raco e del prof. Pasquale Panetta. Il 26 novembre s’inaugurano i portafiori dell’Altare maggiore, opera dello stesso Di Raco.
1970: il 31 luglio, durante i famosi “moti di Reggio”, la popolazione, noncurante del divieto di Mons. Ferro, preleva con la forza il venerato Quadro e lo porta processionalmente per le vie di Reggio. L’intervento mite ed efficace dell’illustre Presule riesce a rasserenare i cuori e a far riportare l’immagine della Madonna della Consolazione all’Eremo.
1971: nei giorni 16-18 novembre vengono montate le nuove vetrate artistiche, realizzate da padre Ugolino da Belluno, intitolate “sinfonia di colori”.
1971: l’8 dicembre Mons. Ferro ha la gioia di celebrare il rito della consacrazione dell’altare e della dedica della chiesa.
1972: a seguito del Breve Apostolico di Paolo VI, pubblicato il 6 gennaio, Mons. Ferro, con una solenne liturgia, eleva il Santuario a Basilica minore. Sono presenti le Autorità ecclesiastiche, civili, militari, clero e religiosi, alcuni dei quali provenienti da tutta la regione.
1978: Mons. Sorrentino, con una Lettera pastorale, stabilisce che le parrocchie, a turno, si rechino in pellegrinaggio nei sabati in cui la Madonna della Consolazione è esposta nella Chiesa Cattedrale, e cioè da dopo la discesa fino alla salita del venerato Quadro.
1978: il 15 luglio il prof. Michele Di Raco offre i bassorilievi di S. Francesco d’Assisi e di S. Antonio, collocati sugli omonimi altari.
1982: nella notte, tra il 17 e il 18 agosto, mani sacrileghe rubano il venerato Quadro dalla Pala. dell’artista Monteleone La popolazione insorge sdegnata contro un atto così nefando con una processione riparatrice. Sono le forze di polizia a ritrovarlo il 19 dello stesso mese.
1986: in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale, tenutosi a Reggio, s’inaugura la Cappella del Santissimo Sacramento della Basilica, abbellita da un artistico mosaico, opera del cappuccino padre Remo Raponi.
1992: i carcerati chiedono ed ottengono dal nuovo Arcivescovo Mons. Vittorio Mondello, in visita, di poter vedere e venerare la Madonna della Consolazione nel loro luogo di pena. La sacra Immagine viene portata in forma privata.
1995: nel salone adiacente la Basilica viene rappresentata, su soggetto a cura di padre Michele Mazzeo, la storia della Madonna della Consolazione, presenti le massime Autorità ecclesiastiche e dell’Ordine Cappuccino. Per l’occasione s’inaugura la sala del ven. padre Gesualdo.
2005: il 2 agosto vengono ripristinati l’impianto elettronico delle campane e l’illuminazione della croce fluorescente, posta sul tetto della Basilica.
2006: il venerdì Santo si celebra la liturgia della Passione del Signore col nuovo Crocifisso, offerto dai fedeli, con croce e base create e donata dalla famiglia Tomasello Domenico.
2006: all’inizio della tradizionale veglia di preghiera mariana, presieduta dall’Arcivescovo Vittorio Mondello, il Presidente dell’Associazione dei Portatori della Vara, con alcuni membri del Direttivo, offre, per la prima volta, un grosso cero alla Madonna della Consolazione, il quale rimane acceso notte e giorno fino al ritorno del venerato Quadro in Basilica.
2007: nel mese di luglio si ultimano i tre confessionali moderni, offerti da alcuni devoti della Madonna della Consolazione.
2007: il 18 novembre con una solenne concelebrazione Eucaristica, presieduta da don Antonio Baccellieri, si è inaugurato il nuovo arredamento della nostra Basilica, consistente in 58 nuovi banchi “stile antico” con sedile anatomico, di cui 10 con inginocchiatoio imbottito per la cappella del Santissimo Sacramento, la sede, con relativo leggio dorato, del Presbiterio e 4 candelabri. Si offrono dai devoti della Madonna della Consolazione varie suppellettili sacre tra i quali: un fonte battesimale con relativo servizio; un ostensorio con base e due luminarie, tutti dorati; due candelieri; sei torce; sei tovaglie per l’Altare maggiore e due per l’Altare del Santissimo Sacramento; cinque pissidi; sei calici; due piatti; una croce astilo in legno dorato pregiato; una base per il cero pasquale e una statua di Cristo risorto. Inoltre, si sono restaurate nove sedie imbottite per le concelebrazioni; dodici antichi candelieri in ottone; il fonte battesimale; si è ripristinata l’illuminazione del portico; si è rinnovato, arricchendolo di nuovi pezzi, l’impianto di amplificazione e si è dotata la Basilica di telecamere a circuito chiuso.
2008: il 5 settembre si restaura l’harmonium della Basilica.
2008: il 20 settembre il sig. Aldo Artuso e alcuni amici fanno dono di una pregevole statua lignea di San Pio, con base lignea. A benedirla, al termine della concelebrazione Eucaristica è don Antonio Bacciarelli.
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"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".