L’icona della Madonna della Consolazione dell’Eremo dei Cappuccini di Reggio Calabria
di Carterina Maria Marra
"Più volte il pensiero di intraprendere uno studio sull’icona della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria mi ha sfiorata, ma è stato sempre allontanato, soprattutto per l’intima difficoltà di spogliarmi di quelle emozioni che mi legano alla effigie della Patrona della mia città, al fine di vestire i panni più disincantati e oggettivi della studiosa di immagini mariane che indosso da quando, nel 1999, il beneamato dottore Giuseppe Polimeni mi accolse tra i collaboratori di Calabria Sconosciuta.
Osservando stamani il volto bruno, dolcemente assorto di Maria, la cui protezione è rivolta da tempo immemorabile al popolo reggino, ho avvertito in modo particolare la gioia e le emozioni della gente che ad esso si legano e che si perpetuano ogni anno, all’inizio di settembre, quando in un gesto simbolico, la Vara, accogliendo la sacra icona, trasportata a braccia dai portatori, discende dall’Eremo dei Cappuccini e giunge fino alla Basilica Cattedrale in un tripudio di folla che si ripete inevitabilmente lungo l’asse principale della città, il Corso Garibaldi.
Assieme a tantissima altra gente, ho seguito Maria, fermandomi a contemplarne più volte il viso, che, fulcro dell’intera composizione, come una calamita, attira ogni fedele trasmettendogli quel benefico conforto evocato dall’appellativo di Consolatrice. La tenerezza di ogni devoto corre verso la sacra immagine di Colei che è percepita quale Madre dallo sguardo benevolo, pronto all’accoglienza, concesso a tutti quei figli che ai suoi piedi consegnano, in un atto di fede, le miserie terrene e i limiti della condizione umana.
Tentare di descrivere dal punto di vista storico e stilistico quest’icona, vuol dire per me varcare il confine dell’ emozione per percorrere il sentiero della ricerca e della riflessione attenta e pertinente".
Scarica ora il file dell’Icona della Madonna della Consolazione dell’Eremo dei Cappuccini di Reggio Calabria
"Più volte il pensiero di intraprendere uno studio sull’icona della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria mi ha sfiorata, ma è stato sempre allontanato, soprattutto per l’intima difficoltà di spogliarmi di quelle emozioni che mi legano alla effigie della Patrona della mia città, al fine di vestire i panni più disincantati e oggettivi della studiosa di immagini mariane che indosso da quando, nel 1999, il beneamato dottore Giuseppe Polimeni mi accolse tra i collaboratori di Calabria Sconosciuta.
Osservando stamani il volto bruno, dolcemente assorto di Maria, la cui protezione è rivolta da tempo immemorabile al popolo reggino, ho avvertito in modo particolare la gioia e le emozioni della gente che ad esso si legano e che si perpetuano ogni anno, all’inizio di settembre, quando in un gesto simbolico, la Vara, accogliendo la sacra icona, trasportata a braccia dai portatori, discende dall’Eremo dei Cappuccini e giunge fino alla Basilica Cattedrale in un tripudio di folla che si ripete inevitabilmente lungo l’asse principale della città, il Corso Garibaldi.
Assieme a tantissima altra gente, ho seguito Maria, fermandomi a contemplarne più volte il viso, che, fulcro dell’intera composizione, come una calamita, attira ogni fedele trasmettendogli quel benefico conforto evocato dall’appellativo di Consolatrice. La tenerezza di ogni devoto corre verso la sacra immagine di Colei che è percepita quale Madre dallo sguardo benevolo, pronto all’accoglienza, concesso a tutti quei figli che ai suoi piedi consegnano, in un atto di fede, le miserie terrene e i limiti della condizione umana.
Tentare di descrivere dal punto di vista storico e stilistico quest’icona, vuol dire per me varcare il confine dell’ emozione per percorrere il sentiero della ricerca e della riflessione attenta e pertinente".
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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".