La Festa della Madonna
 
Nel Settembre 1901

Epigrafe

VIRGINI MARIAE CONSOLATRICI
E SEGRETIS AEDIBVS DE MORE DESCENDENTI
OBVIAM CONFLVAMUS SVPPLICES
REGINI IVLIENSES
LACRVMAS ANGORES
QVUIBVS DIV CONFICIMVR
MATRI DVLCISSIMAE OSTENDAMVS
SEQVESTRA PACIS IRATO NVMINI VT ADSIT
EXOREMVS VALIDE
COELESTI IRAE PLACAMINA
CERTE PRAESTO NOBIS SVNT
SI SCELENA SI NEFANDA ABOMINEMVR
SI REIECTA SAECVLI TENEBRICOSI
QVOD CORRVMPIT ET CORRVMPITVR
INSANIENTE SVPERBIA
VOX VICARII CHRISTI DIVINA
EXCIPIATVR FRONTE SVBMISSA
SIC ET BARBARIES AERVMNAEQVE ABLEGANTVR
QVAS INVEXIT LARGITER
PER SVMMAM FRAVDEM NATIO MENDACISSIMA
IN ITALIAM MISERRIMAM
TV EXPOPTATO SOLAMINE
DEMVLCE MOERENTES FILIOS
MATER O PIENTISSIMA

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VERSIONE
Al ritornar di giorno così bello
Supplici andiam, Reggini, alla pendice
Ver Lei che scende dal romito ostello
Vergine e Madre ognor Consolatrice.

A Lei che di dolcezza è largo fiume
Sveliam gli affanni e il diuturno pianto,
Perché, paciera, dell’irato Nume
Noi figli riconduca al bacio santo.

Oh, sì! Placato rivedrem lo sdegno
Su quel volto divin, se d’ogni orrore,
D’ogni delitto odieremo il regno;
Se, del secol corrotto e corruttore.

Le tenebre sprezzando e il folle ardire,
Al Vicario di Cristo, le divine
Voci ascoltando, sapremo ubbidire
Colle ginocchia della mente inchine.

Così sarà rimessa nell’inferno
Ogni barbarie ed ogni ria sventura,
Onde d’Italia fe’ triste governo
Di gente frodolenta l’impostura.

E tu, Madre pietosa, ai figli tuoi
Guarda con occhio di compassione,
Sollevali gementi, tu che puoi,
Colla bramata consolazione.

G. C.


(FeC, Anno XII, num. 37. 145)