03/01/2011
Natale 2010: Messaggio dell’Arcivescovo - Un’onda di immensa tenerezza ci avvolge...



A tutti i fedeli dell’Arcidiocesi

Fratelli e Figli carissimi,

Vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2, 11). Ancora oggi risuona, fratelli carissimi, quell’antico annuncio dell’Angelo ai Pastori. E risuona ancora nella notte. E non solo nella notte che si alterna al giorno, ma anche nella notte del mondo: in questa stagione del mondo, che ha le caratteristiche della notte, con il buio che sembra prevalere sulla luce; e per trovare la luce, devi riuscire ad individuare, in alto, facendo spazio al tuo sguardo fra le fitte nubi, le piccole stelle che brillano da lontano.

Sono, quelle stelle, le piccole grandi parole, uscite dal Silenzio di Dio per raggiungere, illuminare, guidare e consolare il cuore degli uomini: le parole della Legge e quelle degli antichi profeti, fino all’ultimo di essi, il “più grande tra i nati di donna”, che grida nel deserto.

Parole come sillabe, che svelano solo uno squarcio del divino mistero.

Fino a che, nella notte, nella pienezza dei tempi, il Silenzio di Dio diventa pienamente Parola: il Verbo che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 18).

Fratelli carissimi, é questo l’annuncio sublime del Natale. Dio, nel Suo Figlio Gesù, lascia per così dire il trono della maestà divina e diventa un Bambino che nasce dal grembo di una Donna e viene deposto nel piccolo spazio di una mangiatoia. “descendit de coelis Salvator mundi. Gaudeamus!”. È disceso dal cielo il Salvatore del mondo. Rallegriamoci!

Un’onda di immensa tenerezza avvolge la nostra vita; il vento di una speranza nuova attraversa le strade e i vicoli della vita umana.

Dio non si limita a pensarci da lontano, né a raggiungerci con il dono delle Sue parole; pianta, invece, la Sua tenda dentro la nostra vita, viene a condividere i limiti del nostro cammino, le debolezze della nostra natura; viene a diventare uno di noi, per liberarci dalla tristezza del peccato e donarci la gioia di sentirci accolti sulla soglia della natura divina.

Dinanzi a questo Dio incarnato, la durezza del nostro cuore si scioglie contemplando l’incanto di un Bambino che ci sorride. E a Lui, assieme a voi, fratelli, sento di rivolgermi con immensa fiducia e speranza. Salvaci, Dio della vita!

Salvaci dai mali che lacerano la vita umana, dagli orrori dei conflitti armati, dalla piaga del terrorismo e delle innumerevoli grandi e piccole  violenze che quotidianamente si alternano su tutte le frontiere della Terra, anche nella nostra Italia, e ispessiscono le pagine di quell’immenso volume di dolore scritto col sangue delle vittime, bagnato dal silenzio delle lacrime. Salvaci, Dio della vita!

Salvaci dai profeti di sventura, che vorrebbero rubarci il dono della speranza; ma anche dai tanti profeti del relativismo, che vorrebbero rubarci il dono delle certezze.

Salvaci dall’incoerenza, dalla menzogna, dai sotterfugi, dalla ricerca spasmodica del piacere e del successo.

Salvaci  dalla brama di dominio sugli altri, dai pregiudizi, dai giudizi affrettati, dall’odio, dalla mancanza di fiducia nella redenzione degli altri.

Salvaci dallo scoraggiamento nell’affrontare nuovi percorsi pastorali, nuove frontiere civili, nuove possibilità di crescita e di sviluppo. Salvaci dalla chiusura in noi stessi e dal rischio del non senso.

Salvaci, Dio dell’Amore, che ti incarni nel Volto di un Bambino!

E tu Vergine Madre, Madre dell’attesa e del compimento ottienici la grazia di riconoscere il Bambino: riconoscerlo come Dio tra le tue braccia e riconoscere il Suo volto in quello degli ultimi della Terra.

E fa’ che non dimentichiamo mai le parole che Egli da grande ci ha lasciati: “Ogni volta che farete queste cose all’ultimo dei miei fratelli, voi le avrete fatte a me” (Mt.25,40).

Aiutaci, Madre, perché diventiamo in questo Natale motivo di consolazione per chi aspetta un sorriso per vivere, un sostegno per rialzarsi, un aiuto per non finire nel baratro del nulla.

Buon Natale, fratelli miei carissimi dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova e di tutta la Calabria!

Vi raggiunga il mio augurio, mentre nel Nome del Dio divenuto Bambino tutti con amore Vi saluto e Vi benedico.


Reggio Calabria, 19 dicembre 2010.
IV Domenica di Avvento.


 

                                                                                               X Vittorio Mondello

                                                                                                   Arcivescovo Metropolita

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".