Ode sacra alla Madre della Consolazione
da cantarsi
ne’ sette sabati, che precedono a la festa
di Nostra Signora del Consuolo
Dall’ombrosa erma collina,
Vieni vieni alma Regina:
Volgi il viso tuo sereno
A la supplice città.
Pioveranno dal tuo seno
Cento grazie e la bontà.
Dal gemmato biondo crine
Scendi all’italo confine,
Venga il bimbo amorosetto,
Che sì dolce in sen ti sta:
Nel fervor di santo affetto
Mille baci coglierà.
Tu sei nube rugiadosa,
Se’ di Gerico la rosa:
Come mirra ognor fragrante
Odorifero è il tuo piè,
Come nettare stillante
Dolce siedi accanto al Re.
Quando tremulo tu il suolo
Madre fosti del consuolo;
Quando il morbo distruttore
Ampia strage all’orbe fè,
AI tuo fiato animatore
l’altro tosco qui perdè.
Quando l’orrida masnada
Coi pugnali, colla spada,
Coll’odrisia bandiera
Arse i colli e minacciò,
Al mirarti l’empia schiera
Come gel si dileguò.
Fu Giuditta, fu Giaele
La figura tua fedele:
L’arca sei del nuovo patto,
Che l’ Eterno in ciel sacrò:
Prima idea del gran riscatto
Consolante ti creò.
Cercàr pane i nostri padri,
Come i bamboli a le madri;
Nel famelico scompiglio
L’egra turba impallidì,
Ma l’incognito naviglio
Prestò il pane, e poi sparì.
Seniori, uscite uscite,
Già s’appressa, riverite,
Accogliete la gran Diva,
Che per patto a noi si unì:
Colle cetre, colla piva
Si festeggi un sì bel dì.
Sorvolarono le sfere
D’umil frate le preghiere:
Genuflesso, benedetto!
L’egra patria salvò,
E il fulgor del divo aspetto
Nol confuse, ma pregò.
Pregò, vinse; il gran portento
Si diffuse in un momento;
Ogni labbro ed ogni core
D’alta gioia vi brillò,
E’l pestifero vapore
Men che vento allor passò.
Or se l’Etna fragoroso,
Se il torrente rigoglioso,
Se l’elettrico del cielo
Freme, rompe, e non si sta,
Del tuo manto, del tuo velo
Fassi scudo la città.
Vieni dunque, vieni, o bella;
Sii del mar fulgente stella:
Si rannodi il patto antico,
E l’antica fedeltà.
Tu d’Aschene il suolo aprico,
Tu proteggi in ogni età.
(T. Vitrioli)
ne’ sette sabati, che precedono a la festa
di Nostra Signora del Consuolo
Dall’ombrosa erma collina,
Vieni vieni alma Regina:
Volgi il viso tuo sereno
A la supplice città.
Pioveranno dal tuo seno
Cento grazie e la bontà.
Dal gemmato biondo crine
Scendi all’italo confine,
Venga il bimbo amorosetto,
Che sì dolce in sen ti sta:
Nel fervor di santo affetto
Mille baci coglierà.
Tu sei nube rugiadosa,
Se’ di Gerico la rosa:
Come mirra ognor fragrante
Odorifero è il tuo piè,
Come nettare stillante
Dolce siedi accanto al Re.
Quando tremulo tu il suolo
Madre fosti del consuolo;
Quando il morbo distruttore
Ampia strage all’orbe fè,
AI tuo fiato animatore
l’altro tosco qui perdè.
Quando l’orrida masnada
Coi pugnali, colla spada,
Coll’odrisia bandiera
Arse i colli e minacciò,
Al mirarti l’empia schiera
Come gel si dileguò.
Fu Giuditta, fu Giaele
La figura tua fedele:
L’arca sei del nuovo patto,
Che l’ Eterno in ciel sacrò:
Prima idea del gran riscatto
Consolante ti creò.
Cercàr pane i nostri padri,
Come i bamboli a le madri;
Nel famelico scompiglio
L’egra turba impallidì,
Ma l’incognito naviglio
Prestò il pane, e poi sparì.
Seniori, uscite uscite,
Già s’appressa, riverite,
Accogliete la gran Diva,
Che per patto a noi si unì:
Colle cetre, colla piva
Si festeggi un sì bel dì.
Sorvolarono le sfere
D’umil frate le preghiere:
Genuflesso, benedetto!
L’egra patria salvò,
E il fulgor del divo aspetto
Nol confuse, ma pregò.
Pregò, vinse; il gran portento
Si diffuse in un momento;
Ogni labbro ed ogni core
D’alta gioia vi brillò,
E’l pestifero vapore
Men che vento allor passò.
Or se l’Etna fragoroso,
Se il torrente rigoglioso,
Se l’elettrico del cielo
Freme, rompe, e non si sta,
Del tuo manto, del tuo velo
Fassi scudo la città.
Vieni dunque, vieni, o bella;
Sii del mar fulgente stella:
Si rannodi il patto antico,
E l’antica fedeltà.
Tu d’Aschene il suolo aprico,
Tu proteggi in ogni età.
(T. Vitrioli)
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".