Anno Gesualdiano
Un evento di elevata valenza storica
di Giuseppe Sinopoli
Con una suggestiva liturgia Eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria - Bova, Mons. Vittorio Luigi Mondello, presenti Autorità Civili e Religiose e alcune fraternità dell’Ordine Francescano Secolare, accompagnate dai rispettivi Padri Assistenti, si è aperto il 30 Gennaio 2002 l’«Anno Gesualdiano».
Un evento, questo, di elevata valenza storica che ci aiuta a ripercorrere le orme vocazionali del venerabile padre Gesualdo Malacrinò e ad apprezzare i suoi eccezionali carismi.
Egli è, infatti, per la Chiesa reggina e la Provincia di Calabria dei Frati Minori Cappuccini, una preziosa ricchezza e un dono straordinario, sia dal punto di vista spirituale che dal punto di vista socio-storico-culturale.
Ma lo è anche per la stessa città di Reggio, che gli ha dato i natali, nella quale è vissuto per molti anni, compresi i periodi più drammatici della sua storia, durante i quali è stato angelo di carità per i poveri, olio di consolazione per i disagiati, pane di speranza per i fragili. Per questa ragione Mons. Arcivescovo Vittorio Luigi Mondello scrive che il padre Gesualdo «fa parte della storia di Reggio Calabria, della quale per tre quarti del secolo XVIII è stato una presenza umile ma insostituibile».
Anche per noi del terzo millennio padreGesualdo potrà essere una presenza assai importante. E lo sarà nella misura in cui avremo la gioia e l’entusiasmo di riscoprirla, di amarla e di prenderla a nostro modello.
Una presenza da riscoprire
La memoria di questo umile figlio di Francesco d’Assisi ha vissuto momenti di grande apoteosi, come quelli delle ricorrenze della sua nascita o della sua morte, ai quali, però, sono seguiti lunghi e inspiegabili periodi, a dire di mons. Annunziato Leone e di mons. Carmelo Pujia, di «completa dimenticanza», di «completo abbandono», di «silenzio».
Ciò, ovviamente, ha influito in modo non positivo nel mantenere vivo e continuo il suo ricordo tra noi, privando un gran numero di persone,
soprattutto giovani, di attingere alle sorgenti della ricca spiritualità, della profonda umanità e del prodigioso patrimonio scientifico-culturale del venerabile padre Gesualdo.
Occorre, pertanto, recuperare la sua memoria, che ci consente di riscoprire la bellezza ed il fascino della sua presenza in mezzo a noi.
Una presenza da amare
La conoscenza di padre Gesualdo non può non coinvolgere il cuore fino a farlo innamorare. Un amore così l’impido e assoluto, come il suo, dona e chiede amore. E’ accaduto con la gente della sua epoca. E accadrà anche con noi del terzo millennio se apriremo il nostro cuore a Lui.
Una presenza da prendere a nostro modello
Amare una persona vuol dire essere segnati da ella. Ed allora è facile che il pensiero cerchi la sua compagnia ed è altrettanto inevitabile che il cuore la voglia costantemente accanto. In un mondo in cui i modelli più ricercati sono quelli che cadono vittima delle loro stesse illusioni e vanità, scegliere un modello che riveli nella vita e nelle opere il volto e il cuore di Dio, come è appunto la persona del venerabile padre Gesualdo, significa ritrovare la strada del senso della vita e della realizzazione personale e sociale.
Tenendoci per mano, egli ci aiuterà a camminare tra le difficoltà quotidiane senza mai perdere la luce dei nostri passi e l’amore del nostro cuore.
E’ per questo che noi Frati Cappuccini, sapendo che il 28 gennaio 2003 ricorrerà il secondo centenario della morte del Servo di Dio, abbiamo pensato di proporre la celebrazione dell’«Anno Gesualdiano», che, come si è detto, si è aperto il 30 Gennaio 2002. Un anno durante il quale noi Frati Cappuccini, la Chiesa Reggina e la Calabria tutta desideriamo accostarci al Venerabile per riscoprire la gioia della vocazione alla santità, il fervore della preghiera, la sete della carità e del perdono, il bisogno della purificazione, il fascino del silenzio ecologico, l’entusiasmo di farci dono nella quotidiana sequela di Cristo, crocifisso e risorto.
Ed è con questi «sapori» e «lumi» evangelici che noi, prendendo spunto dalla poliedrica figura del Ven. padre Gesualdo e stimolati dal suo esempio, renderemo più sicuri e sereni i nostri passi verso la Gerusalemme celeste.
Scarica adesso la rivista "Orizzonti Francescani" numero speciale sull’ "Anno Gesualdiano"
di Giuseppe Sinopoli
Con una suggestiva liturgia Eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria - Bova, Mons. Vittorio Luigi Mondello, presenti Autorità Civili e Religiose e alcune fraternità dell’Ordine Francescano Secolare, accompagnate dai rispettivi Padri Assistenti, si è aperto il 30 Gennaio 2002 l’«Anno Gesualdiano».
Un evento, questo, di elevata valenza storica che ci aiuta a ripercorrere le orme vocazionali del venerabile padre Gesualdo Malacrinò e ad apprezzare i suoi eccezionali carismi.
Egli è, infatti, per la Chiesa reggina e la Provincia di Calabria dei Frati Minori Cappuccini, una preziosa ricchezza e un dono straordinario, sia dal punto di vista spirituale che dal punto di vista socio-storico-culturale.
Ma lo è anche per la stessa città di Reggio, che gli ha dato i natali, nella quale è vissuto per molti anni, compresi i periodi più drammatici della sua storia, durante i quali è stato angelo di carità per i poveri, olio di consolazione per i disagiati, pane di speranza per i fragili. Per questa ragione Mons. Arcivescovo Vittorio Luigi Mondello scrive che il padre Gesualdo «fa parte della storia di Reggio Calabria, della quale per tre quarti del secolo XVIII è stato una presenza umile ma insostituibile».
Anche per noi del terzo millennio padreGesualdo potrà essere una presenza assai importante. E lo sarà nella misura in cui avremo la gioia e l’entusiasmo di riscoprirla, di amarla e di prenderla a nostro modello.
Una presenza da riscoprire
La memoria di questo umile figlio di Francesco d’Assisi ha vissuto momenti di grande apoteosi, come quelli delle ricorrenze della sua nascita o della sua morte, ai quali, però, sono seguiti lunghi e inspiegabili periodi, a dire di mons. Annunziato Leone e di mons. Carmelo Pujia, di «completa dimenticanza», di «completo abbandono», di «silenzio».
Ciò, ovviamente, ha influito in modo non positivo nel mantenere vivo e continuo il suo ricordo tra noi, privando un gran numero di persone,
soprattutto giovani, di attingere alle sorgenti della ricca spiritualità, della profonda umanità e del prodigioso patrimonio scientifico-culturale del venerabile padre Gesualdo.
Occorre, pertanto, recuperare la sua memoria, che ci consente di riscoprire la bellezza ed il fascino della sua presenza in mezzo a noi.
Una presenza da amare
La conoscenza di padre Gesualdo non può non coinvolgere il cuore fino a farlo innamorare. Un amore così l’impido e assoluto, come il suo, dona e chiede amore. E’ accaduto con la gente della sua epoca. E accadrà anche con noi del terzo millennio se apriremo il nostro cuore a Lui.
Una presenza da prendere a nostro modello
Amare una persona vuol dire essere segnati da ella. Ed allora è facile che il pensiero cerchi la sua compagnia ed è altrettanto inevitabile che il cuore la voglia costantemente accanto. In un mondo in cui i modelli più ricercati sono quelli che cadono vittima delle loro stesse illusioni e vanità, scegliere un modello che riveli nella vita e nelle opere il volto e il cuore di Dio, come è appunto la persona del venerabile padre Gesualdo, significa ritrovare la strada del senso della vita e della realizzazione personale e sociale.
Tenendoci per mano, egli ci aiuterà a camminare tra le difficoltà quotidiane senza mai perdere la luce dei nostri passi e l’amore del nostro cuore.
E’ per questo che noi Frati Cappuccini, sapendo che il 28 gennaio 2003 ricorrerà il secondo centenario della morte del Servo di Dio, abbiamo pensato di proporre la celebrazione dell’«Anno Gesualdiano», che, come si è detto, si è aperto il 30 Gennaio 2002. Un anno durante il quale noi Frati Cappuccini, la Chiesa Reggina e la Calabria tutta desideriamo accostarci al Venerabile per riscoprire la gioia della vocazione alla santità, il fervore della preghiera, la sete della carità e del perdono, il bisogno della purificazione, il fascino del silenzio ecologico, l’entusiasmo di farci dono nella quotidiana sequela di Cristo, crocifisso e risorto.
Ed è con questi «sapori» e «lumi» evangelici che noi, prendendo spunto dalla poliedrica figura del Ven. padre Gesualdo e stimolati dal suo esempio, renderemo più sicuri e sereni i nostri passi verso la Gerusalemme celeste.
Scarica adesso la rivista "Orizzonti Francescani" numero speciale sull’ "Anno Gesualdiano"
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".