O fulgido astro del cielo Reggino
Inno al Ven. P. Gesualdo
nel 150° della morte


Dall’alme frementi - di sacro fervore
commossi gli accenti - di speme e di fè
a Te Gesualdo - erompono, e il cuore
Ti noma l’araldo - di Cristo tuo Re.

Rit.:   O fulgido astro
         del cielo Reggino,
         rischiara il cammino
         dei figli quaggiù!

Passasti Tu mite - fra i popoli nostri,
spegnendo la lite, - recando il perdon;
cantasti al Signore - negli umili chiostri,
del mondo l’onore - fu inutile don.

E quando a Dio piacque - di trarti ai celesti
suoi regni, e qui giacque - tua spoglia fedel,
nel cuore risorto - dei figli, spargesti
prodigi e conforto - dal sacro tuo avel.

Deh! spunti, gran Dio, - quel giorno radioso,
che al servo tuo pio - s’innalzi un altar:
allora osannanti, - col cuor fiducioso,
le lodi dei Santi - Gli andremo a cantar.

                                          P. Giacinto, cappuccino
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".