Convegno diocesano: Indicazioni pastorali 2013-2014 di Mons. Morosini
 
                                                      
                                       Mons. Giuseppe Fiorini Morosini
                                Arcivescovo Metropolita di Reggio Cal.-Bova



Premessa

1. Dobbiamo muoverci nel contesto della problematica per cui il Papa Benedetto XVI ha indetto l’anno della fede ed ha promosso la Nuova Evangelizzazione: l’ignoranza religiosa e il drammatico divario tra fede e vita.

2. La nostra attuale azione pastorale si deve muovere su due traiettorie:

* da una parte c’è la religiosità di massa, spesso vuota di valori cristiani, che ci costringe a tanti servizi religiosi, spesso imposti dalla religiosità popolare, che per alcuni versi è una risorsa;

* dall’altra c’è l’impegno della nuova evangelizzazione, che potrebbe essere un’azione pastorale più incisiva perché potrebbe far leva su una scelta responsabile da parte di chi vuole accogliere la proposta cristiana.

3. Dobbiamo essere consapevoli che oggi tutti guardano alla Chiesa, non solo per criticare, ma anche perché creduta ancora come àncora di salvezza della nostra società. Si cerca, però, una Chiesa purificata da ogni compromesso con il male e veramente impegnata in campo pastorale.

Indicazioni pastorali

Sulla base delle premesse sopra enunciate, diamo alcune indicazioni pastorali.

Durante il Convegno sono state ribadite alcune necessità, tra le quali la comunione all’interno della comunità ecclesiale e l’efficienza degli organismi di comunione; l’apertura al mondo e la conoscenza dei problemi del territorio per una pastorale missionaria non più limitata ai soliti che frequentano; la valorizzazione del laicato e perciò il rispetto della loro autonomia e la promozione della loro formazione e maturazione; la valorizzazione delle scuole diocesane di formazione.

Ecco allora le indicazioni pastorali. Non tutte sono cose nuove, ma molte di esse sono attenzioni particolari alle cose che già si fanno nella pastorale, oppure modalità nuove con le quali fare le cose di sempre.

1. Esorto i sacerdoti a rendere attivi gli organismi di comunione stabiliti per le parrocchie, come dico a me stesso e a tutti coloro che hanno responsabilità a livello di Curia, che bisogna lavorare in comunione, senza creare spazi riservati e chiusi, dove non permettiamo a nessuno di entrare. Mi rivolgo soprattutto a quegli organismi, associazioni o movimenti che condividono spazi di apostolato, per esortarli a concordare proposte e iniziative al fine di non trovarci, durante l’anno, di fronte ad iniziative che si sovrappongono.

Bisogna che si cammini, a livello di parrocchie vicine o addirittura a livello di vicaria, unitariamente, guardando ad una pastorale integrata.

2. Dobbiamo superare la pastorale di stampo tradizionale, creata quando era ancora in piedi la cristianità e fondata sulla visione di una parrocchia che attende i fedeli per offrire loro i servizi religiosi richiesti. Occorre riscoprire la dimensione dell’annuncio missionario, sia perché la scristianizzazione in atto fa sì che la gente non si pone più la domanda religiosa e non chiede più servizi religiosi o li chiede solo per tradizione, sia perché l’immigrazione in atto ha portato in mezzo a noi tanta gente che non ha mai sentito parlare di Gesù e alla quale dobbiamo annunciare il Vangelo. Dobbiamo utilizzare all’interno delle nostre parrocchie lo stile della missio ad gentes. Ritorniamo a leggere il documento: Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia (2004).

Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile una conoscenza approfondita del territorio: le sue potenzialità, i suoi bisogni, le sue speranze.

3. Il sacerdote da solo non riesce a svolgere una pastorale di missione e di annuncio; deve coinvolgere, pertanto, i laici nella missione; deve preoccuparsi della loro formazione e deve dare loro fiducia, riconoscendone la legittima autonomia in ciò che è loro specifico. Lo si afferma da anni, ma è qualcosa che stenta a decollare.

I sacerdoti facciano il passo loro dovuto; i laici accettino di formarsi, perché non si tratta solo di offrire competenze tecniche, ma di un impegno di fede, che riceve luce dalla parola di Dio e dalla dottrina della Chiesa.

4. La formazione è necessaria. Facciamo in modo che ogni anno le parrocchie inviino alcuni laici della propria parrocchia nelle nostre scuole diocesane per la loro formazione teologica, pastorale e politico-sociale.  E’ molto importante che ci siano in parrocchia alcune persone che aiutino parroco e fedeli a leggere il territorio per orientare le scelte pastorali prese con i consigli pastorali.

5. Una pastorale che si apre al territorio sullo stile della missio ad gentes deve essere sempre più centralizzata su Gesù. Dobbiamo condurre le persone a scegliere Gesù come colui che ci appiana il cammino della vita e ce lo rende felice. Nella prima evangelizzazione, poiché abbiamo davanti bambini e ragazzi, bisogna coinvolgere i genitori sullo stile catecumenale; bisogna proporre anche a loro un cammino di fede parallelo a quello dei loro figli.

E’ determinante per questa evangelizzazione, come per tutta una pastorale basata sull’annuncio, la formazione nelle parrocchie di gruppi famiglie.

6. Teniamo possibilmente le Chiese aperte e offriamo alla gente occasioni di preghiera, al di là della Messa.

7. I temi della legalità, della giustizia sociale, della salvaguardia del creato devono entrare nel vivo della nostra azione evangelizzatrice. L’ufficio catechistico deve studiare il modo come proporre tali tempi nella catechesi per bambini, ragazzi, giovani e adulti.

8. Come risposta a quanti attaccano la Chiesa, e non solo per questo, cercheremo  di proporre un corso di studi sul rapporto chiesa-‘ndrangheta, che esponga l’impegno profuso già dalla Chiesa e l’azione che essa deve continuare a svolgere.

9. Tenendo conto che saremo chiamati a dare presto  un nuovo governo alla nostra Città, assai per tempo metteremo per iscritto una nostra lettura della realtà, esprimendo delle valutazioni, prospettando iniziative da affidare a persone che vorranno proporle, difenderle, attuarle.

Carissimi, a nulla valgono le indicazioni del Vescovo o le osservazioni di un Convegno, se non c’è la passione pastorale. E’ proprio tale passione che invoco per tutti voi cari sacerdoti, diaconi, religiosi/e e cari laici impegnati.

Un affettuoso abbraccio, in unione di preghiere.

 

                                                                                              + p. Giuseppe

                                                                                              Vostro Vescovo

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".