Avvento 2010: Messaggio dell’Arcivescovo
 



Ai fedeli dell’Arcidiocesi

Carissimi fratelli e sorelle,

Il periodo dell’Avvento col quale, il 28 novembre p. v., inizia il nuovo Anno liturgico, ci invita ancora una volta a guardare alla venuta del Redentore nel tempo e alla sua definitiva venuta alla fine dei tempi.

Quest’anno siamo invitati a riflettere sul brano del Magnificat: “Ha ricolmato di beni gli affamati” (Lc. 1, 53).


Esso anzitutto vuole invitarci a considerare noi stessi come affamati di Cristo. Aver fame di Cristo, infatti, vuol dire desiderare ardentemente di incontrarlo, di nutrirci del suo corpo e del suo sangue e di impegnarci a farlo conoscere agli uomini del nostro tempo con una coerente testimonianza di vita.
 

Esso ci invita anche a guardare a tanti fratelli affamati, che stentano a trovare un tozzo di pane per la loro sussistenza fisica. Nei loro riguardi dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze perché abbiano di che sfamarsi, come ci ha invitati Gesù Cristo stesso: “Voi stessi date loro da mangiare”.


Guardando poi al prossimo Congresso Eucaristico Nazionale (4–11 settembre 2011) dobbiamo riconoscere che il pane vero che ricolma di beni gli affamati è soprattutto l’Eucaristia, perché l’uomo non viva di solo pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.


L’Avvento, allora, col quale si apre il nuovo Anno liturgico sarà un vero Avvento di fraternità se sapremo noi per primi crescere nell’amore a Gesù Eucaristia e se sapremo contemporaneamente contribuire perché i nostri fratelli affamati possano essere aiutati a trovare sia il nutrimento del corpo e sia soprattutto il pane della vita disceso dal cielo, che è Gesù Eucaristia.


Per questo Vi invito a partecipare all’annuale raccolta di offerte che daremo allaCaritas diocesana perché contribuisca a far si che gli affamati siano ricolmati di bene.


A tutti buon Anno liturgico con la mia pastorale benedizione.

Reggio Calabria 18/11/2010.

                                                                                               X Vittorio Mondello

                                                                                                   Arcivescovo Metropolita

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".