Commemorazione del venerabile P. Gesualdo da Reggio
Nel secondo centenario dalla sua nascita
1725-1925

di Mons. Pietro Can. Prof. Tramontana

"Troppo è degno - così il Tramontana - di onorevole ricordanza P. Gesualdo da Reggio, l’arcangelo bello che dall’alto del suo eremo della Consolazione veglia questa città fatata, cui l’angelo del mare dischiude il suo seno azzurro. Onore di nostra gente, decoro dell’Ordine Serafico, gloria fulgida della Calabria, vogliamo imbalsamarlo della nostra memoria il magno defunto, rivestirlo dei nostri affetti.
Passò, ma lo sentiamo ancora immanente: Egli, minore, passò come passano i grandi, anzi come maggiore tra i grandi, perché più profondo ebbe il concetto etico della vita.
Passò, ma la sua vita è costellata dell’aureola della immortalità, se non ancora del riconoscimento canonico ufficiale della santità".

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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".