Saggio della corrispondenza spirituale del venerabile Gesualdo da Reggio
di Melchiorre da Pobladura
O.F.M.Cap.
La Calabria fu definita da uno storico cappuccino, alla fine del secolo XVII, “una Tebaide”, per la rigogliosa fioritura di conventi, rigurgitanti di religiosi, che essa vantava in quel tempo. Vide anche sorgere il movimento di riforma dell’Ordine francescano per un ritorno alla più stretta osservanza della povertà serafica e ad una più intensa vita spirituale. Erano saliti alla ribalta della storia i cappuccini.
Il venerabile p. Gesualdo da Reggio si inserisce nella più genuina tradizione del francescanesimo in Calabria ed esprime quell’ansia di rinnovamento che è propria degli spiriti grandi e della anime che hanno l’inuito del genio e perciò si spingono generosamente verso le conquiste più ardite. Essi sanno cogliere il segno dei tempi, se ne appropriano, ma non vi soggiacciono passivamente. Nella loro ricchezza interiore e nella forza tenace del carattere trovano l’energia e l’intelligenza per rapportare il nuovo sul piano di ciò che i tempi dimostrano superato, lo amalgamano in una fusione da cui scaturisce quella sostanza vitale che è continuità del passato nel presente.
Per realizzare questa fusione si va incontro a resistenze, ad incomprensioni, ad ostacoli che, se amareggiano i riformatori e seminano di lacrime il cammino, hanno il merito di rendere più pura la riforma e di affondare sempre più le radici nel solco dissodato.
P. Gesualdo dovè passare attraverso sentieri irti di difficoltà e di incertezze in mezzo alle quali ebbe agio di affermare le sue generose qualità di mente e di animo. Le più autentiche tracce delle vicende esterne e degli aspetti interiori della sua vita si trovano nelle numerose lettere che di lui ci rimangono.
Della ricca e varia produzione letteraria, storica, filosofica, teologica, disciplinare, ascetica del ven. p. Gesualdo, l’espistolario è il meno conosciuto, ma non il meno interessante. E’ un raggio di luce che illumina pensieri, sentimenti, avvenimenti, persone, cose e ci fa comprendere quanto ancora meriti di essere studiata e conosciuta, per poterla valutare appieno, questa eminente figura di studioso e di religioso cappuccino calabrese. Se, infatti, la corrispondenza epistolare è lo specchio più fedele dell’anima di chi scrive, contiene anche in nuce il segreto ed il fermento di ciò che si proietta nella vita attiva ed operante dell’autore.
Per questi motivi la corrispondenza epistolare che p. Melchiorre da Pobladura ci presenta in questo volume, con un commento ricco di profonde riflessioni è un contributo rilevante della conoscenza del venerabile ed un invito a contribuire a togliere quella patina che lascia il tempo su figure che hanno ben meritato nel passato.
L’autore, ben noto come storiografo dell’Ordine, non è nuovo agli studi sulla personalità e sulle opere di p. Gesualdo. Vi sono varie pubblicazioni al suo attivo che attestano l’interesse che egli nutre per questa poliedrica figura di cappuccino. Dopo gli studi informativi e critici sulle opere, fatti direttamente su i manoscritti originali, dopo aver parlato e scritto sulla vita e sulla attività del venerabile, dopo il saggio circa i di lui principii pedagogici, ora ci invita a entrare in un campo assolutamente inesplorato: p. Gesualdo asceta e direttore di anime, come appare dalle sue lettere.
Si tratta ovviamente di una parte, ben scelta, del ricco epistolario; ma è sufficiente a darci un’idea dei principii e del metodo adibiti dal p. Gesualdo nella direzione di anime, del suo carattere, delle sue virtù, della sua ortodossia, della sua incrollabile fedeltà allo spirito francescano.
Questo libro, pur costituendo uno strumento utilissimo a chi vuol penetrare maggiormente attraverso un lavoro serio nell’animo del p. Gesualdo, tuttavia esorbita dagli interessi prettamente storici e culturali: è anche è soprattutto una testimonianza di alta spiritualità, un vademecum sempre attuale dell’atteggiamento che debbono assumere le anime davanti a Dio e ai propri doveri. Inoltre vi è in esso come un richiamo ad adeguarsi a quello spirito cappuccino che l’autore, con intelligenza di storico e anima di francescano, mette in giusta luce con la cornice e lo sfondo in cui colloca ciascuna parte delle lettere del nostro Venerabile.
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O.F.M.Cap.
La Calabria fu definita da uno storico cappuccino, alla fine del secolo XVII, “una Tebaide”, per la rigogliosa fioritura di conventi, rigurgitanti di religiosi, che essa vantava in quel tempo. Vide anche sorgere il movimento di riforma dell’Ordine francescano per un ritorno alla più stretta osservanza della povertà serafica e ad una più intensa vita spirituale. Erano saliti alla ribalta della storia i cappuccini.
Il venerabile p. Gesualdo da Reggio si inserisce nella più genuina tradizione del francescanesimo in Calabria ed esprime quell’ansia di rinnovamento che è propria degli spiriti grandi e della anime che hanno l’inuito del genio e perciò si spingono generosamente verso le conquiste più ardite. Essi sanno cogliere il segno dei tempi, se ne appropriano, ma non vi soggiacciono passivamente. Nella loro ricchezza interiore e nella forza tenace del carattere trovano l’energia e l’intelligenza per rapportare il nuovo sul piano di ciò che i tempi dimostrano superato, lo amalgamano in una fusione da cui scaturisce quella sostanza vitale che è continuità del passato nel presente.
Per realizzare questa fusione si va incontro a resistenze, ad incomprensioni, ad ostacoli che, se amareggiano i riformatori e seminano di lacrime il cammino, hanno il merito di rendere più pura la riforma e di affondare sempre più le radici nel solco dissodato.
P. Gesualdo dovè passare attraverso sentieri irti di difficoltà e di incertezze in mezzo alle quali ebbe agio di affermare le sue generose qualità di mente e di animo. Le più autentiche tracce delle vicende esterne e degli aspetti interiori della sua vita si trovano nelle numerose lettere che di lui ci rimangono.
Della ricca e varia produzione letteraria, storica, filosofica, teologica, disciplinare, ascetica del ven. p. Gesualdo, l’espistolario è il meno conosciuto, ma non il meno interessante. E’ un raggio di luce che illumina pensieri, sentimenti, avvenimenti, persone, cose e ci fa comprendere quanto ancora meriti di essere studiata e conosciuta, per poterla valutare appieno, questa eminente figura di studioso e di religioso cappuccino calabrese. Se, infatti, la corrispondenza epistolare è lo specchio più fedele dell’anima di chi scrive, contiene anche in nuce il segreto ed il fermento di ciò che si proietta nella vita attiva ed operante dell’autore.
Per questi motivi la corrispondenza epistolare che p. Melchiorre da Pobladura ci presenta in questo volume, con un commento ricco di profonde riflessioni è un contributo rilevante della conoscenza del venerabile ed un invito a contribuire a togliere quella patina che lascia il tempo su figure che hanno ben meritato nel passato.
L’autore, ben noto come storiografo dell’Ordine, non è nuovo agli studi sulla personalità e sulle opere di p. Gesualdo. Vi sono varie pubblicazioni al suo attivo che attestano l’interesse che egli nutre per questa poliedrica figura di cappuccino. Dopo gli studi informativi e critici sulle opere, fatti direttamente su i manoscritti originali, dopo aver parlato e scritto sulla vita e sulla attività del venerabile, dopo il saggio circa i di lui principii pedagogici, ora ci invita a entrare in un campo assolutamente inesplorato: p. Gesualdo asceta e direttore di anime, come appare dalle sue lettere.
Si tratta ovviamente di una parte, ben scelta, del ricco epistolario; ma è sufficiente a darci un’idea dei principii e del metodo adibiti dal p. Gesualdo nella direzione di anime, del suo carattere, delle sue virtù, della sua ortodossia, della sua incrollabile fedeltà allo spirito francescano.
Questo libro, pur costituendo uno strumento utilissimo a chi vuol penetrare maggiormente attraverso un lavoro serio nell’animo del p. Gesualdo, tuttavia esorbita dagli interessi prettamente storici e culturali: è anche è soprattutto una testimonianza di alta spiritualità, un vademecum sempre attuale dell’atteggiamento che debbono assumere le anime davanti a Dio e ai propri doveri. Inoltre vi è in esso come un richiamo ad adeguarsi a quello spirito cappuccino che l’autore, con intelligenza di storico e anima di francescano, mette in giusta luce con la cornice e lo sfondo in cui colloca ciascuna parte delle lettere del nostro Venerabile.
Fr. Alfonso da Samo
Comm. Provinciale
Comm. Provinciale
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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".