Ven. P. Gesualdo da Reggio di J. A. Kekler

La traduzione del titolo, della premessa, del sommario e del primo capitolo del libro di P. Kebler è della sig.ra Gabriele Rungg, alla quale vanno i nostri più grati sentimenti di riconoscenza.
Il
Venerabile Padre Gesualdo da Reggio
dell’ ordine dei Cappuccini

dell’ apostolo della Calabria nel 18° secolo
+1803

di
Padre Joseph Anton Kekler

Kempten e München (Monaco di Baviera n.d.r.)
Edizione della libreria Josef Koesel

 
1907

Con la presente si consente il diritto alla pubblicazione della biografia di Padre Gesualdo da Reggio dell’ Ordine dei Cappuccini, redatta da Padre Joseph Anton Kessler dello stesso Ordine.
Altöttingen, il 31 gennaio 1907
Padre Victricius, O.M.Cap.
Provincial.
 
Introduzione
Noi, in seguito, raccontiamo la storia di un confratello, che merita la nostra attenzione per il suo straordinario lavoro apostolico e le importanti opere letterarie. La sua vita ha inizio nella seconda metà del 18°secolo e si estende fino ai primi del 19°secolo.
I tempi allora erano tempestosi. I razionalisti tedeschi ed gli enciclopedisti francesi avevano minato con i loro principi ogni forma di autorità. Il frutto era poi la terribile rivoluzione francese, che ha coinvolto tutta l’Europa.
In quei tempi tristi, la provincia della Calabria aveva un angelo (di conforto n.d.r.), nella veste del Padre Cappuccino Gesualdo, la cui vita ci accingiamo a descrivere. E’ pur vero, che lui trascorse i suoi giorni lontano dal trambusto del mondo, dietro le mura del convento, in preghiera e in silenzio, ma questa vita non era vana per l’ umanità, quanto non è vano e superfluo il sole, che fisso al firmamento ci dona la sua luce. Già per il suo personale esempio di povertà e umiltà e per evangelizzazione, questo confratello, era un benefattore dell’ umanità.
Secondo Dante il carattere particolare dell’ ordine del “poverello d’Assisi” era:amore e umiltà. Le due virtù illuminano il cammino terrestre del nostro venerabile P.Gesualdo, il quale è ugualmente grande come scienziato, come apostolo della sua patria, come benefattore del popolo e padre dei poveri della Calabria e Sicilia.
La stesura di questa biografia è basata sulle scritture: La vita di padre Gesualdo da Reggio Cappuccino, scritta dal Sac.Prof.Rocco Cotroneo. Siena, Tip. Edtrice S.Bernardino 1894, rielaborate secondo gli incartamenti del processo di beatificazione.

A questo punto dichiaro la mia obbedienza verso i decreti della Santa Chiesa. I meravigliosi avvenimenti descritti in questo libro, sui quali non è stato pronunziata sentenza da parte della Chiesa, non vogliono essere descritti come miracoli nel senso più stretto e non chiedono altro che la fede umana.

Dillingen, il 28 gennaio 1907
L’ autore
SOMMARIO
Premessa
Il fanciullo devoto
Il bivio
Alunno e maestro
Lo scrittore
Posto sul candelabro
L’apostolo della Calabria
“Sono divenuto tutto per tutti, per la salvezza di tutti”
“Adesso però rimangono fede, speranza e amore: questi tre; la più grande però di questi è l’amore”
“Nessuno gli fu trovato eguale”
L’angelo del conforto in tempi duri
Il cammino per la pace eterna
Immortale è il suo ricordo
Appendice I
Appendice II

Il fanciullo devoto
Nel sudovest dell’ Italia, accarezzata dalle onde dal mare Ionio e Tirreno si trova la fertile penisola Calabria. La città più importante, di questa terra , in passato appartenente al regno delle due Sicilie, è Reggio, chiamata la città della fata morgana, per i frequenti miraggi. Qui nacque il 18 ottobre 1725, per la festa del santo evangelista Luca, il venerabile P.Gesualdo, come figlio del Francesco Melacrino e della di lui moglie Xaveria Mellissari. Due giorni dopo gli fu donato il sacramento del battesimo dal sacerdote Cosimo Melissari nella chiesa parrocchiale S.Nicola del Pozzo, la quale andò distrutta in seguito. Al bambino furono dati i nomi: Giuseppe Marco Antonio Luca.

I suoi genitori erano originari dalla vicina città S.Agata, avevano però trasferito da poco la loro residenza a Reggio e divennero parenti della nobile famiglia dei Melacrino per matrimonio. Cinque figli crebbero ai devoti genitori. Purtroppo però possiamo narrare soltanto di un fratello maggiore del venerabile P.Gesualdo, il quale si chiamò Candelorus e che al compimento degli studi divenne canonico e fattore per l’ arcivescovo Capobianco da Reggio. Si trattò di una rilevante e dal punto di vista pecuniario straordinaria posizione. Ma ancor più grande delle sue proprietà terrene era l’eccezionale amore per il prossimo del Candelorus, come si vede dall’ eccellente educazione della quale godettero i suoi figli spirituali.
Suo fratello più piccolo Giuseppe, fu già dalla prima infanzia un bambino vivace. La sua indole gentile, il suo sorriso innocente, ebbero come conseguenza non solo l’attenzione dolce e amorevole di sua madre, ma tutto il suo ambiente lo guardò con compiacenza. Fu di costituzione tenera, quasi debole, dotato di una vivacissima fantasia, di temperamento focoso e allo stesso modo soave, dotato di magnifiche capacità intellettuali e amore per la devozione. E fu così semplice per la madre amorosa far germogliare in quel cuore infantile i semi delle virtù dell’ ubbidienze, del’ umiltà e del abnegazione.
Giuseppe trascorse i suoi giorni d’infanzia, non come i suoi coetanei in giochi rumorosi; la sua occupazione preferita fu la costruzione di altarini, pregare, comporre preghiere devote, di dare indicazioni e consigli ai bambini che spesso si ritrovavano presso la sua casa. Ogni tanto diede dei piccoli festeggiamenti in onore dei santi. Ma questi giuochi si persero negli anni, perché i genitori dei suoi compagni di giuoco ebbero altri propositi per i loro figli, che non prevedevano soltanto l’educazione alla devozione. Invece i genitori del fanciullo benedetto, che ebbero in dote dai loro avi profonda religiosità, si adoperarono di animare il loro Giuseppe, nella certezza, che in tal modo l’amore per dio e una vita pia si imprimesse nell’anima del fanciullo. Videro con stupore, come i nobili germogli diedero vita a un fiore stupendo e portarono dolci frutti.

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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".