Il Santuario-Basilica di Maria SS.ma ella Consolazione nelle sue opere d’arte
di Flaminio G. De Moià

Aderendo con entusiasmo all’invito rivoltomi dal M .R .P. Remigio Le Pera da Cropani, Superiore Provinciale dei nostri Frati Cappuccini, mi accingo ben volentieri ad esporre sinteticamente l’importanza artistica che ha la novella Basilica di Reggio, poiché si trovano, in essa, già da ora notevoli opere di pittori,scultori e architetti di fama nazionale, i cui nomi nobilitano questa nuova Chiesa e certamente altri se ne aggiungeranno man mano, com’è in previsione.
L’Arte è glorificazione di Dio e non può avere altro significato che questo. Il Beato Angelico disse: ”Non si può dipingere il Cristo se non si crede in Cristo”, il che significa che anzitutto l’Artista (pittore o scultore o musicista o poeta) non può trattare il tema religioso con serietà autentica se non ha autentica fede religiosa, e che, in secondo luogo, l’Artista, se non vede nell’Arte un vero atto di glorificazione al Padre Creatore, ha fallito il suo scopo. Dice G. Ev. Robaldo: ”Perché siamo nati? Perché viviamo? Per guadagnarci il Paradiso”. Ed il Berteu:
“Perché sei stato creato? Per conoscere ed amare Dio”.
E’ anzi opportuno (direi indispensabile) fare una basilare premessa: in questo periodo di vero confusionismo disorientativo occorre esternare alcuni concetti puntualizzativi verso una analisi costruttiva sullo stato in cui oggi l’Arte si trova nel mondo, col suo multiformismo eteroclito e deviazionista, spesso sconcertante e facilone e che ha fatto dimenticare i veri canoni dell’Arte Pura, i quali sono molto più seri di quanto comunemente si ritiene e ha fatto pensare che l’Arte sia un semplice arrembaggio alla portata di tutti. Molti nomi attuali - che vanno purtroppo per la maggiore attraverso una fittizia mess’in scena propagandistica a regìa - hanno fuorviato radicalmente le sublimità intrinseche dell’Arte vera, rovinando menti, cuori, anime, facendo intendere che solo, la “stramberia” è cosa seria! E si confonde l’Arte con l’artificio! Ma meno male che, in mezzo a questo delittuoso caos di sbandamento,vi sono anche i luminari che mantengono viva la fiamma della ‘VERITA’,in civile e progredita espressione e ne sta a capo un Maestro supremo, il celeberrimo Salvatore Dalì, che è il più grande autentico genio artistico del nostro tempo per le arti figurative ed il solo che ne mantiene alto il nome.
Tale premessa è stata necessaria per giungere alla conclusione per cui le opere d’Arte che già si trovano nel Santuario-Basilica di Maria SS.ma della Consolazione in Reggio Calabria, mentre sono tutte di modernissima espressione, nondimeno non hanno risentito delle deformazioni forzate che alcuni canoni patologici attuali di correnti aridamente materialistiche vorrebbero sconsideratamente imporre.
Ed inizio la sintetica rassegna: non mi fermo affatto sul “Quadro” della Madonna di Nicolò Andrea Caprioli che costituisce l’effigge esimia centrale e che il popolo reggino da secoli venera, ma accenno alle opere d’arte che gradatamente hanno trovato sede in questo nuovo grande edificio. Comincio con l’architetto sig.ra Anna Sbaraccani Anastasi da Roma che ne ha ideata ed eseguita la progettazione completa, anche pel corpo di fabbrica che ancora deve essere realizzato quale collegamento tra Chiesa e Convento e che sarà anch’esso imponente a conclusione dell’intera costruzione. La Sbaraccani ha concepito l’edificio con visione architettonica improntata ai più rigorosi princìpi francescani, sovratutto di semplicità e umiltà nel suo assieme, e particolarmente il grande pronao antistante è ispirato alla serie di “capanne” che il Santo d’Assisi aveva fatto erigere nella vasta pianura di S. Maria degli Angeli avanti alla Porziuncola e nel fitto del bosco, ma nano che il numero dei frati rapidamente s’accresceva. Come dalle “capanne” si passò alla Chiesa ed ai conventi, così da tal pronao si passa all’interno della Basilica, epilogo dell’azione,
Anche tutta la sfinestratura sull’alta parete frontale, a semplici luci rettangolari alternate, è tipica espressione d’una semplicità dignitosa e pienamente funzionale. Parimenti l’interno è esente da modanature o riquadri o ricche sagome, ma si limita ad un semplicismo che è tutta umiltà e spiritualità. Una certa corrente di fedeli avrebbe voluto un tempio lussuoso, classicamente ricco della tradizionale opulenza maestosa dell’architettura chiesastica del sei, o sette od ottocento, ma occorre pensare che si è trattato, quì, non d’una fastosa cattedrale, bensì d’un caratteristico e tipico tempio rigorosamente francescano e perciò lo sfarzo, la sontuosità, la ricchezza esteriore sarebbero stati non solo un assurdo ma anche antiproducenti. L’edificio è costruttivamente a tre navate, ma funzionalmente è concepito come se fosse a navata unica (la centrale) la quale è ideata vastissima e ben contenente - con la sua forma svasata - la gran massa di popolo che di continuo vi accorre, La stessa Sbaraccani ha progettato i due altari laterali di S. Franceseo d’Assisi e di S. Antonio da Padova, inarmonica inquadratura all’assieme, pari snellezza e robusta semplicità.
Sul portone dell’ingresso principale figurano due bellissimi pannelli bronzei del nostro valoroso conterraneo scultore prof. Michele Guerrisi, il quale ha onorato la nostra terra sia con le sue innumerevoli opere di grande elevatura artistica esistenti in Italia ed all’estero, sia col suo lungo insegnamento quale titolare all’Accademia di Belle Arti di Roma. Questi due pannelli mostrano il suo stile nobilmente plastico e ben modellato e che, pur erede delle più elevate espressioni delle fulgide età della storia dell’arte, si manifesta in chiave ammirevolmente moderna.
Nell’interno domina maestoso il grandioso pannello (pala d’altare) tutto in bronzo di un altro valoroso scultore anche nostro conterraneo, il prof. Alessandro Monteleone, il quale parimenti è assurto a fama nazionale colla sua ricca e molteplice produzione particolarmente dedicata alle opere di tema religioso. Questo importante pannello porta in alto il miracoloso “Quadro” della Madonna che viene sostenuto da un imponente coro di Angeli osannanti, a forte altorilievo, mentre tutta la restante zona basamentale contiene, a tenue bassorilievo, tutto un dolce ricamo armonico e squisito di scene della vita di Maria SS.ma, in un poetico e drammatico susseguirsi.
Un terzo scultore calabrese anche di fama nazionale, cioè il prof. Pasquale Panetta da Locri è presente con una magnifica “Via Crucis” pure in bronzo patinato,con 14 grandi formelle ad altorilievo a gruppi, che s’impongono decisamente ai fedeli per la loro possanza d’espressione, la loro forza lirica e la loro nobile impostazione tematica. Il Panetta, che vive a Reggio C., ha ormai nomea d’alto livello artistico in campo nazionale ed oltre, colle sue opere ovunque apprezzatissime e unanime favore di critica. Egli accoppia magistralmente la modernissima espressione stilistica del nostro tempo col rigorismo figurativo delle più nobili tradizioni dell’Arte italiana essendone un degno prosecutore. Dello stesso Panetta è anche il bellissimo tabernacolo dell’altare laterale di S. Antonio da Padova.
Lo scultore-pittore prof. Michele Di Raco figura in questo Santuario sia con lo stupendo tabernacolo dell’altare di S. Francesco d’Assisi, sia coi candelieri dell’Altare Maggiore. Anch’egli calabrese è ormai ben noto pel suo dinamismo stilistico e la modernità d’espressione, che indicano le sue doti di primo piano nel campo delle arti figurative e hanno portato il suo nome a livello molto quotato attraverso la ricca ed apprezzata attività.
Nel novero di questa rassegna di valorosi Artisti della provincia di Reggio Calabria, vi è anche il pittore reggino Nunzio Bava con due quadri ad olio: uno di S. Francesco d’Assisi e l’altro di S. Antonio da Padova, posti nei rispettivi altari laterali, in cornici provvisorie in attesa di quelle definitive marmoree intonate all’architettura interna della Basilica. Il Bava è anch’egli ben noto non solo pei lavori impegnativi vari di cui, fra i più recenti, le importanti sei pitture di grandi dimensioni della Cappella del SS.mo Sacramento della Cattedrale dilla nostra città, ma per tutta l’attività pittorica da lui svolta da numerosissimi anni in ogni parte d’Italia specie coi suoi morbidi e poetici paesaggi, nei quali la sua maestria giunge a culmini assai brillanti.
Infine è doveroso citare le vetrate di questa Basilica, eseguita dal pittore Padre Ugolino da Belluno, cappuccino, la cui attività artistica ha ormai invaso tutta l’Italia e gran parte di altre nazioni con lavori pregevolissimi e d’originale impronta sia come pittura che come mosaico,vetrofania, ecc. nelle principali chiese d’ogni città. La vetrata che egli ha ideato e realizzato per questo Tempio nostro, data la difficile caratteristica di unico fascione orizzontale che percorre 1’ intera chiesa per ambo le pareti lunghe, è stata risolta splendidamente con una scenografia davvero francescana, esprimente la costruttività nell’umiltà, il sublime spirituale raggiunto mediante gli elementi più modesti (dice il Berteu: “L’umiltà è la riconoscenza ai benefici di Dio”) con coloristica forte ed avvincente e che dà all’intera Chiesa un tono vibrante d’alta spiritualità.
Dell’architetto Sbaraccani e del pittore P. Ugolino è anche in preparazione la Cappella del Sacramento di questa Basilica che verrà quanto prima realizzata a fianco dell’altare maggiore, ed anche il battistero.
Oggi, periodo in cui si è caduti in un dannoso materialismo deteriorante e fuorviante, anche l’arte, ovviamente, ne risente: ecco perché l’arte del nostro tempo ha spesso assunto maniere arretrate, aberranti e disorientative. Il materialismo è bruta negazione del progresso civile, che ne viene represso e deformato in quanto non riesce a vedere la capacità elevatrice della spiritualità dell’essere umano nella sua più squisita natura, ed invece lo degrada e lo imbestialisce. “La più vera storia d’un uomo consiste in ciò che egli pensa di Dio”, dice il Guardini; ed il Kirkegard: ”La grandezza d’un uomo dipende unicamente dall’intensità del suo rapporto con Dio”. L’Arte (quella vera, cioè con l’A maiuscola) deve vedere e interpretare non solo la banale e precaria forma esterna della materia, ma l’intimo della sua essenza vitale, cioè lo spirito, il cuore, l’anima della natura, guidando l’umanità verso una sensibilizzazione valorizzativa dell’essere, “oltre” la gelida materia stessa; e siccome la natura è creazione di Dio, l’Arte (questo ‘talento’ sublime dato da Dio creatore all’uomo sua creatura) deve servire appunto a glorificare Dio stesso, nostro Padre. Dice lo Schmauss (”Le ultime realtà”): ”Adorare Dio: è questo il solo vero senso della vita”, cioè è per questo che l’uomo è stato creato.
Il Pronzato, nel suo poderoso suo recente libro ”Ma io vi dico”, mette in evidenza che spesso noi non comprendiamo che i ‘talenti’, le doti che possediamo, ci sono stati dati dal Creatore perché potessimo scrivere un capolavoro con la nostra vita, un capolavoro che solo noi, ognuno di noi, è in grado di produrre, e invece non facciamo altro che riempire un miserabile quadernetto di aste e di macchie!
Meno male che, accanto alle materialistiche nefande e sbandate correnti degeneri che ancora ostinatamente imperversano perché v’è anche chi vi specula sopra, buona parte dell’umanità non ha perso i sensi e i lumi e persiste a tenere desta, l’autentica spiritualità vedendo chiaro quale sia la vera essenza umana nella sua più pura spiritualità e nel campo dell’arte mantiene rigidi i principi sani e costruttivi. Tali sono gli Artisti che figurano nella nuova Basilica di Reggio Calabria e di cui abbiamo dato un sommario fugace cenno.

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".