Su e giù per Reggio
 
La festa della Madonna della Consolazione
nel Settembre 1911

(P.G.B.) Bella ed animata ritornò ancor quest’anno la nostra festa della Madonna della Consolazione. Bella e ridente di nuova vita, dopo un lutto di tre anni, dopo la terribile catastrofe che atterrando le case nostre, seppellì i nostri cari, ed esterrefatti lasciò i superstiti.

Questi, col tempo, che ogni più gran dolore lenisce, si riebbero dal terrore e dallo spavento, e, svegliandosi, quest’anno a nuova vita più gai e più allegri assistettero alla festa tradizionale. Prova ne sia la folla immensa, compatta e allegra che animò il sacro Colle nella storica Veglia all’Eremo

Una nota più armoniosa si aggiunse quest’anno al generale concerto e rese più cara la Veglia, ed era il ritorno dei Cappuccini al santo Colle. Quei frati i quali furono per tanti secoli i primi e fedeli servi di Maria; quei frati che, consolatori dei Reggini nelle più terribili calamità, son chiamati dai nostri cronisti: quei frati, di cui si servì Maria per annunziare al suo popolo che voleva addivenire la Protettrice della nostra Città, oggi si trovan di nuovo al loro posto, accanto al Santuario della nostra Signora con plauso generale del popol nostro.

E quei frati memori del loro glorioso passato, aspettano poter riedificare accanto al Santuario quel Conventino che pei reggini dev’essere monumento storico e sacro, perché già asilo pacifico di tanti santi Religiosi, di un venerabile P. Gesualdo, di un P. Antonino Tripodi e di cento altri, morti in concetto di Santità; questi frati aspettano quest’altro fausto avvenimento onde, ricostituita la Famiglia religiosa, possan salmeggiare e pregare dì e notte, scongiurando i flagelli divini contro la sottostante città.

Ma ritorniamo alla Festa. All’una dopo mazzanotte fu celebrata la prima messa dal Guardiano di Fiumara di muro, assistito dai suoi confratelli che numerosi intervennero dal quel cenobio. La Schola cantorum del Collegio Serafico Cappuccino di Fiumara, diretta dall’abilissimo Professore di canto il P. Henry Missionario del S. Cuore, eseguì con tutta precisione la messa di Gounaud a due voci, e varii altri mottetti riuscitissimi.

In seguito furono celebrate altre messe; alle 6 del mattino arrivò il pellegrinaggio di Mosorrofa capitanato dal proprio curato con 500 parrocchiani; quindi messa solenne cantata con discorso d’occasione recitato da un altro P. Cappuccino.

Arrivano le nove del mattino, la folla aspetta ansiosa la partenza della S. Effigie. Maria parte dal suo Santuario e maestosa arriva al principio dellu distrutta Città. L’Arcivescovo col Capitolo e Clero la ricevono commossi al canto dell’Ave Maris Stella.

Si forma il solenne corteo, a cui prendon parte, coll’Arcivescovo, Capitolo e Clero, i religiosi Minori, Domenicani e Cappuccini col loro Collegio Serafico.

Al grido entusiasta e spontaneo di Viva Maria! la Vergine Consolatrice passò pel Corso nostro, e salutata da continue acclamazioni Maria entrò nel suo tempio.

Nei giorni seguenti, quantunque non vi fosse festa ufficiale, la solennità religiosa però si svolse secondo lo permisero i tempi e le attuali circostanze e ne va viva lode alla Commissione Ecclesiastica per la festa, che fè di tutto perché la festa avesse luogo e perché riuscisse non indegna delle avìte tradizioni.

Mattina di Domenica vi fu Messa solenne canonicale, celebrata dal R.mo Tesoriere D. Fortunato Quattrone con l’assistenza dal Trono dell’Ecc.mo Mons. Arcivescovo. Sera di lunedì furono celebrati solenni Vespri Pontificali da Mons. Arcivescovo, il quale mattina di Martedì, celebrò la solenne Messa Pontificale. Venne eseguita inappuntabilmente per Harmonium ed orchestra la Messa Te Deum del Perosi, concertata dal M. Cento e cantata dai Professori Messineo, Morisani, Suraci e RR. Gullì, Calabrò e Barreca. All’Evangelo il Rev. Padre Ferrara domenicano, con parola ornata e calda di entusiasmo per la nostra fede, sciolse un eloquente inno alle glorie della nostra Vergine Consolatrice. Sera di Martedì, solenne, imponente si svolse la Processione della S. Effigie sul Corso e nel Rione S. Filippo, destando la più viva commozione nell’immensa folla che si è riversata nella nostra Città.

Nelle quattro sere la Musica Miiitare e la Banda Cattolica, alternativamente, allietarono il Giardino pubblico e la Piazza del Genio Civile; e ci gode l’animo di aver costatato che la Banda Cattolica ha tenuto degnamente il suo posto, riscuotendo la generale ammirazione e i meritati applausi.

(RN, Anno III, num. 37, 16 settembre 1911)