Sarà costruito il nuovo Santuario della Madonna della Consolazione
 
S. E. l’Arcivescovo Mons. G. Ferro al Clero ed ai fedeli dell’Archidiocesi di Reggio

Nel notificare il Dicembre scorso l’indizione dell’Anno Mariano, onde la S. Chiesa ha voluto celebrare il centenario della definizione dogmatica dell’Immacolato Concepimento della Vergine SS.ma, abbiamo esortato tutti i nostri fedeli ad esprimere la loro filiale pietà verso Maria Immacolata operando un sincero e profondo rinnovamento spirituale, come si addice a chiunque si gloria di essere vero devoto della Madonna e con l’imitazione delle sue eccelse virtù intende tener fede alla propria dignità di figlio di Dio e tempio dello Spirito Santo.

Ora, mentre quest’anno di grazia particolarmente consacrato a Maria SS.ma volge al termine,richiamiamo i nostri diletti figli spirituali a raccogliere il paterno nostro invito intensificando quelle opere di pietà e di cristiana solidarietà da noi suggerite quali mezzi di santificazione per presentarci meno indegnamente a Colei che è la più pura e la più eletta tra le creature.

Con le nostre vive pastorali sollecitudini intendiamo stimolare tutti a raggiungere due grandi mete: il rinnovamento del tempio spirituale di ciascuna delle nostre anime e la ricostruzione del glorioso Santuario della Madonna della Consolazione.

Ridonare cioè il suo fulgore alla nostra vita cristiana perché tutta ne risplenda questa nobilissima terra calabra che al privilegio della predicazione apostolica di S. Paolo aggiunge la ricchezza incomparabile di un’inclita schiera di Santi; e riportare al suo primitivo splendore il massimo tempio mariano risorgente dalle rovine della guerra e delle tristi vicende di errori e di fraterne discordie non ancora completamente sopite.

Che risorga il tempio spirituale da uno stato desolante di decadenza morale onde si intristisce e sembra inaridirsi la società moderna, è nei voti di tutti gli onesti.

Un grido di angoscia erompe dai cuori assetati di giustizia, di amore, e sempre più vivo e profondo si fa sentire il desiderio della vera pace quanto più la si vede per la cattiva volontà degli uomini, in balia delle onde del capriccio o dell’interesse di parte e insidiata da uomini senza coscienza e senza fede.

La materna protezione di Maria SS.ma salute e consolazione del nostro popolo riconduca tutti i figliuoli prodighi, dopo le amare esperienze di una vita vuota e inconcludente, alla sorgente della verità e della pace: Gesù.

Per facilitare questo felice e salutare ritorno a Dio di tutti i nostri diletti fedeli abbiamo deciso di offrire loro il grande dono delle Missioni predicate in tutti i Paesi dell’Archidiocesi e della Diocesi di Bova.

Vivamente desideriamo che dette Missioni siano precedute e accompagnate da molte e ardenti preghiere e ne affidiamo l’esito allo zelo del nostro Rev.do Clero, dell’A.C., delle Religiose, alla docilità dei fedeli, alla potente intercessione della dolcissima Madre della Consolazione.

Alla costruzione del nuovo Santuario Mariano, la cui storia gloriosissima si intreccia da secoli alla storia di Reggio Calabria, metteremo mano l’8 Dicembre p.v. nel qual giorno si riaccompagnerà l’effigie di Maria SS.ma al Suo Eremo.

Nello stesso giorno si inaugureranno le case della solidarietà Cristiana che la generosità dei nostri figli ci ha consentito di preparare per i più poveri fratelli senza tetto.

Aprendo ora, in occasione delle nostre feste patronali, la sottoscrizione per l’erigendo Santuario, che sarà promossa dal Comitato da noi autorizzato, non intendiamo chiudere la precedente sottoscrizione per la casa dei senza tetto.

Nel nome di Maria e per amor di Lei, si continuerà a lavorare per i fratelli privi di abitazione: Dio lo vuole!

Ella ci ripeterà ancora: Fate quanto Egli (Gesù) vi dirà.

E sarà contenta la buona Madre che nei figli che più hanno sofferto sia accolto e aiutato il Suo Gesù.

Per il nuovo tempio che sorgerà a cantare nei secoli le glorie di Maria sul colle dell’Eremo, e per le case dei fratelli bisognosi, noi sollecitiamo le offerte della carità di tutti i fedeli, degli Enti e degli Istituti, ma intendiamo altresì offrire a non pochi dei nostri figli un mezzo per riparare gravi ingiustizie commesse a danno degli altri, soprattutto dei più deboli.

Voglia il Cielo che essi aprano gli occhi per capire nella luce sfolgorante di Cristo e del magistero della Chiesa che la causa della pace, nell’interesse loro e di tutti, si serve con la giustizia e con la carità.

Le opere che i nostri figli sono chiamati a realizzare, segneranno un passo decisivo in questa direzione, che è di un sicuro e autentico progresso.

Nessuno si tiri indietro: non sfuggirebbe alla condanna di chi tradisce la causa più degna nel momento in cui più grave e urgente è sentito il bisogno della presenza e della testimonianza cristiana.

Invochiamo su tutti le benedizioni del Signore.


(AC, Anno VIII, num. 9, 25 settembre 1954)