Precetto Natalizio per i dipendenti comunali celebrato da Sua Ecc. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini (16 dicembre 2015)


Ecco, sto alla porta e busso

Liturgia Eucaristica molto intensa quella celebrata da Sua Ecc. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini presso la sala G. Versace del CEDIR in occasione del consueto Precetto Natalizio per gli impiegati comunali, organizzato dalla coordinatrice Franca Votano, alla presenza dell’Assessore ai lavori pubblici dr.sa Angela Marcianò.


Ad animare i canti liturgici è stato chiamato il Cenacolo “Maria Consolatrice”.


Con l’omelia il Vescovo, partendo sempre dal Vangelo odierno, ha offerto ai convenuti la possibilità di riflettere sull’avvento del Cristo in concomitanza con l’anno giubilare della Misericordia appena iniziato.


Dobbiamo interrogarci sulla nostra fede, perché solo quando noi entriamo in contatto con Gesù Cristo e riconosciamo la sua persona, ciò che ha fatto e detto, come qualcuno che libera, allora quella è la fede vera e nella fede, come nell’anno della Misericordia c’è un’azione di Dio e conseguentemente anche nostra”.


Sì, perché il Signore invita all’accoglienza, alla carità, all’apertura dei nostri cuori, al riconoscimento delle nostre debolezze e superbie, azioni che diventano grazia se in Lui e con Lui le concretizziamo nella relazione con gli altri, specie con coloro che vivono e manifestano situazioni e testimonianze diverse dalle nostre.


Non a caso mons. Morosini si è rifatto alle parole dell’Apocalisse:  «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20) e le ha rivolte come messaggio ben chiaro volto a far prendere coscienza della propria fede, ripensarla e rivalutarla nella giusta ottica, al fine di comprendere appieno il significato della Misericordia di Dio e conferire così un valore ancor più rilevante alla perpetua e inesauribile azione del Signore Gesù che viene verso di noi, rivelandoci la potenza dell’amore divino.


In un periodo forte come questo di Avvento, nell’attesa di Gesù che si fa uomo come noi, il Vescovo della Diocesi ha incitato, con la paterna e autorevole pacatezza, i presenti, mettendo da parte l’uso e abuso delle cose materiali e indirizzandoci a focalizzare e concretizzare l’autentico valore e significato del nostro rapporto con la fede.


Una porta è solo una porta. Solo perché abbiamo messo dei fiori attorno, non diventa porta santa! Legno era e legno rimane.


E’ il segno che esprime. Non illudiamoci che attraversando quella porta o baciando il Crocifisso abbiamo risolto e svolto il compito del Giubileo.
Bisogna cambiare vita.
Certo il Signore verrà, non tarderà, ma se la porta, la nostra porta è chiusa, se non lo facciamo entrare e non accogliamo il suo messaggio, allora tutto è vano”.

L’augurio finale di Sua Eccellenza è stato, dunque, quello di vivere il Natale all’insegna della rivalutazione del proprio credo, nella misura in cui non si devono temere le difficoltà o i dubbi, anzi ben vengano perché sono sintomo di una ricerca e di una volontà nel capire a chi giuriamo fedeltà, chi è il vero garante della nostra fede.


Se gli scandali della Chiesa vi fanno dubitare, dubitate […], cercate, perché io a chi giuro fede? A me, a Lui? […] Io non sono garante della vostra fede, io sono un pover uomo che cerca di spiegarvi il Vangelo, il vero garante è Gesù Cristo e con lui dovete fare i conti.”


Rinnovando i ringraziamenti e gli auguri ai presenti, la Liturgia Eucaristica è proseguita con la benedizione dei cesti portati in dono solidale con beni primari da consegnare alle famiglie più bisognose: un piccolo gesto che. come tutte le cose semplici, fa la differenza in questi giorni difficili.


                                                                                          Daniela Labate

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".