"Una gocciola di sangue"

Trascriviamo un’avvincente testimonianza di don Mariano Pilogallo, sacerdote, riguardo al “cuore eucaristico” del P. Gesualdo.
L’Eucaristia, infatti, lo rapiva in estasi sia quando celebrava la santa Messa, tanto che il Superiore doveva spesso scuoterlo e intimargli di continuare la celebrazione, e sia quando pregava nel coro del convento.
Oltre all’amore adorante verso l’Eucaristica, l’uomo di Dio sentiva l’animo ardere di fuoco contemplativo per la passione e la morte di Cristo in croce, praticando ogni venerdì, e incoraggiandolo a praticare con l’esempio e la parola, il pio esercizio della Via Crucis, come pure la penitenza della flagellazione con la “disciplina”, come soleva chiamarsi in gergo religioso, ovvero un flagello formato da funicelle cosparse di nodi o di pezzi di piccole catene o di fettucce di cuoio, intrecciate. E un giorno alcuni sacerdoti sorpresero il P. Gesualdo mentre "una gocciala di sangue" si posava sulle sue labbra.


Conosco per propria scienza, che il Servo di Dio era innamoratissimo del SS. Sacramento, davanti al quale si tratteneva lunghe ore giornalmente ad orare, o prostrato con la faccia per terra o genuflesso con le braccia aperte ed in atteggiamento estatico, e talvolta raccolto nel suo mantello in meditazione profonda. Il Servo di Dio era uso in tutti i venerdì dell’anno recitare la Via Crucis nella Chiesa del SS. Crocifisso o in quello di Santa Maria la Cattolica, ed era tale il suo atteggiamento che eccitava la devozione nei circostanti fedeli, ed eccitava ancora in essi e rendeva più viva la devozione verso la Passione del Nostro SS. Redentore.
Mi sovviene che il fu Don Michele Lavò, Parroco di S. Maria di Loreto di questa città di Reggio Cal., e con lui altri sacerdoti antichi, mi dissero che un giorno, precisamente di venerdì, trovandosi il Servo di Dio P. Gesualdo ad orare nel coro avanti all’immagine del Crocefisso che ivi era, si vide da questi mandar fuori una gocciola di sangue che andò a posarsi sulle sue labbra (S.C.R., p. 313, Rev.mo Don Mariano Pilogallo).
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".