3. "Particole di amore" di Padre Gesualdo


Pigliate Signore un pugno del vostro sangue, e spargetelo in redenzione delle anime nostre.

Pigliate tutto dalla mano di Dio.

Pregate Dio che vi metta in calma fra le tempeste, e sperate, che presto o tardi vi esaudirà.

Pregate il Signore, e sperate, che egli v’indirizzerà a far quello che è meglio per l’anima vostra.

Procurate che tutto vi si volti in bene dell’anima.

Procuriamo d’animarci maggiormente a battere la carriera delle virtù.


Qualunque operazione, che dovrai intraprendere, dovrai bilanciarla prima non colle fallaci statere dell’avarizia, e delle passioni, ma con quelle giustissime della Divina Legge; e se vedrai, che poco poco declina dalla giustizia, lasciala prestamente, non l’eseguire, ancorché ti fosse utilissima e vantaggiosa: meglio è per te perdere la roba, e l’onore, e mille vite se l’avessi, che di offendere Dio, e dannarti.

Quando meno si pensa, quando si finge una vita lunga, o per la salute, che si gode, o per le malattie, che non si sentono, o per il mondo, e la carne che ci lusingano allora allora, all’impensata, s’ascolterà quella tremenda voce che c’intima la morte, si sentirà quel tremendo colpo che ci toglie la vita.

Quando più l’albero invecchia, tanto più resiste a chi vorrà strapparlo.

Quando vi credete più lontana la morte, allora temetela che è già vicina.

Quante conversioni si vedrebbero ogni giorno di peccatori li più ostinati, di malvagi li più induriti, se da loro di quando in quando si desse un’occhiata alla morte?

Quanto di arrogante, e superbo può venirvi in mente tutto deve da voi conculcarsi, perché tutto vi viene suggerito dal demonio che rovinò se stesso, e cerca rovinar anche voi colla superbia.

Quanto di bene potrebbe questo secolo esibirvi, tutto è un bene immaginario, e niente vero, tutto è sogno e tutto bugia, tutto è vanità.

Quanto di grande vedete in questo non v’alletti punto, ma sol vi va di stimolo a sollevarvi in Dio.

Quanto di nobile e dovizioso può darvi il mondo, dovete aborrirlo, perché tutto è una pompa con cui il demonio affascina i suoi seguaci, facendo che svogliati del cielo, mettano in questa terra il loro cuore.

Quanto è Dio infinitamente più amabile delle creature!

Quanto è meglio patir per amore che per forza, patir con merito che senza merito alcuno.

Quanto più ci sono di terrene sostanze, e piaceri, e divertimenti tanto più s’infiacchisce il cuore a poter volare a Dio, essendo i beni creati come il visco, che gl’inviluppano le penne, e lo trattengono sempre giù, e l’incatturano, e l’incatenano: e lo tengono prigione.

Quanto più l’uomo è di se stesso innamorato, tanto più viene ad allontanarsi da Dio perché tanto meno l’ama.

Quanto più si carica uno di scelleraggini, tanto più si dimentica della morte.

Quelli che Dio ama in questa vita li flagella, e con ragione perché questa vita non ci è data per godere, ma solo per acquistarci colla penitenza, e con la pazienza la vita eterna, avvaletevi dunque di questo mezzo, e assicuratevi la beata eternità del Paradiso.

Quello che più v’importa è di udire il vostro Dio più che potete. La sua parola è di tal virtù, che se voi la ricevete può in un momento arricchirvi meglio assai dei vostri più lucrosi negozi; e dall’altra parte è di tal necessità, che se voi trascurate di riceverla, non vi emenderete mai dai vizi, e ve ne morrete miseramente di fame.

Questa è la burla, che voi forse per umani rispetti non vi date al servizio di Dio, e temete tanto quel che si dirà, che vi contentate vivere sì lontano dalla perfezione che avete promesso.

Questa è la massima che t’ha da regolare: come vuoi esser trattato tu, così tratta gli altri, e guardati di fare al altri quello che ti spiace che sia fatto a te. Sii dunque amante dei poveri, ubbidiente a tua Madre, rispettoso coi tuoi maggiori, umile con tutti, casto nel conversare, puntuale nel pagare i debiti, lontano dalla compagni dei malvagi, e non ti sbigottir, figlio mio, per le avversità di questo mondo, tremi chi pecca, ma chi serve Dio non hai che temere, perché sarà da lui protetto, e custodito, e ricolmato a suo tempo d’ogni bene.

Questa è la nostra ultimata vocazione: la salute eterna.

Questa è l’indole dell’umanità: di esser fiacca nella virtù, robusta nel vizio.

Queste piaghe, queste spine, questi chiodi, questa croce: questi sono la misericordia di Dio.

Questo della morte non è tempo di seminare, ma di mietere; non è tempo di fare, ma d’aver fatto.

Questo è il tempo in cui si mostra se c’è spirito, il tempo della tentazione.

Questo è l’onore che voi far dovete a Cristo: riconoscerlo con fatti per vostro Dio, e per vostro Maestro
.

Reggete saldi alle tentazioni.

Ricorrete a Maria e le grazie son sicure.

Rimettetevi a Dio ch’egli vi nutrirà, purché voi con verità lo serviate.

Risolvetevi senz’altro a far pace con Dio.

Risorgeremo tutti o belli, e gloriosi o squallidi e fetenti quali tizzoni d’inferno.

S’affatichi ognuno a morire a se stesso, alla sua volontà, al suo giudizio, rimettendosi interamente a quello di Dio, e a chi sta in luogo di Dio.

S’affatichi ognuno con impegno di non voler altro, che quello che vuole Dio.

Sacrificate a Dio le vostre ripugnanze, le vostre ragioni, i vostri pareri.


Sappiate che non siete solo voi che avete contrarietà. Sono tutti i servi di Dio, che ne hanno gravissime e di mille sorti.

Sappiate voi avvalervi dell’amore, e dei benefici della divina Madre.

Se alla ragione sopraggiunge la fede, questa guida più nobile e sicura ha da seguire l’uomo a farsi felice: e questa guida ci conduce alla vera felicità qual è il solo Dio.

Se ambite onori, cercateli in cielo.

Se ci rincresce la povertà, allora l’ingordigia vuol provvederci, e non si sazia di caricarci di robe e di comodi.

Se continuate a viver da tiepidi, da superbi tanto fate: volete in croce ad ogni costo il Redentore.

Se da voi si trascura la penitenza, l’inferno è certo.

Se Dio è l’ultimo nostro fine, come la prima causa: conforme non c’è cosa che non venga da lui. Non deve pensiero in noi farsi, non parola, non opera, che non sia per ubbidirlo e glorificarlo.

Se diventaste figli di Dio, lasciatevi guidare in tutto dal suo spirito.

Se fuste creati come le bestie per deliziarvi in questo mondo, non sarebbe disdicevole riporre in esso il vostro cuore. Ma voi avete beni più nobili, di cui godere: avete non meno che un Bene infinito, qual è lo stesso Dio. E che andate dunque cercando in questa terra?

Se Iddio ci vieta il goderci di questo mondo, non è già per piacere che abbia di vederci afflitti, è anzi per un vivo desiderio che nutre di vederci veramente felici.

Se il comando a voi non parrà ragionevole, allora affaticatevi a tutto potere di ammazzare quel vostro giudizio e di dar sempre torto a voi e ragione a Dio e al prelato.

Se il cuore non si guadagna colla forza ma colla ragione, non c’è paura che si dia al mondo, al demonio, alla carne, perché vedremo in pratica che costoro non hanno mai ragione.

Se il mio peccato fè sudare sangue un Dio, quanto più farà sudare sangue a me che lo commisi?

Se il mondo corrotto non sa amare, né arriva a distinguere i veri amici: impariamo noi a distinguerli, e ad amare altresì come si deve.

Se in voi vi fosse la grazia di Dio, e qualche scintilla di carità, si vedrebbe questa nei suoi effetti, quali siano principalmente il vedersi andare l’anima di bene in meglio.

Se la nostra patria è il paradiso, vuotiamo il cuore dei beni che passano, che altrimenti saremo perduti.

Se lasciate viva la vostra volontà e il vostro giudizio, non concluderete nulla e sarete talvolta peggiori dei più rilassati.

Se le vostre parole puzzano di mondo, di vanità, d’ambizione. Se le vostre parole vi mostrano interessato, puntiglioso, impaziente, pretendente, secolaresco.

Se i pensieri s’aggirano a bagattelle di terra, a provvedervi di roba, tabacco, etc. a star comodi, ad ottenere esenzioni a scuotere quanto potete il giogo della monastica disciplina. Oh Dio, in tal caso pregate che la maledizione del Serafico Padre non vi arrivi.

Se non crescete nelle virtù di giorno in giorno tanto è lungi che camminate nella via di Dio, che anzi miseramente tornate in dietro. Chi poi torna in dietro già sapete che non è atto a salvarsi.

Se non vi date da voi stessi alla penitenza, vi condannerà a farla Dio assai più aspra, e assai più lunga in un mar di fiamme. O penitenza, o inferno.

Se or non vi emendate, non v’emenderete domani.

Se patite, fatevi animo, che i patimenti sono la via del paradiso.

Se per amor di Dio vivremo da poveri, non ci mancherà il necessario, come non manca ai poveri, agli uccelli e agli animali.

Se seguendo il voler divino non posso sbagliare, seguendo il mio lo sbaglio è certo.

Se siete cristiani, vivete dunque da penitenti, non da mondani, ché questa vita laboriosa e penale potrà aprirvi le porte del paradiso.

Se tanta è l’infermità dell’anima, e tanta è l’insolenza di nostra carne, di necessità dobbiamo adoperarvi il rimedio, e la sferza della penitenza.

Se vi rimorde la coscienza ancorché d’un sol peccato piangete, e tremate, che ne avete santa ragione.

Se vi spiace la penitenza, più vi spiacerà il fuoco eterno.


Se vi volete bene, e se amate il vostro stesso corpo mettetelo in cura, fatelo vivere da penitente. Questa medicina e a lui e a voi recherà salute, e a suo tempo vi apporterà anche l’eterna vita.

Se vogliamo far acquisto di Dio, uopo è far perdita di noi stessi.

Se vogliamo placare Dio, rimediare ai bisogni di nostr’anima, e salvarci: bisogna castigare la nostra carne ribelle, mortificare i sensi scorretti, darci al digiuno, alle orazioni, alle lacrime, ed emendar colla penitenza i nostri trascorsi.

Se voi servirete fedelmente Dio, non dubitate che il necessario non vi mancherà.

Se voi siete religioso per servire a Dio con fervore, e per acquistarvi la perfezione, cioè le sante virtù in grado perfetto: badate sempre a questo con tutto ardore, pentitevi di vostra sonnolenza, e pregate la divina misericordia acciocché si degni riaccendere nel vostro spirito quei sentimenti e quel fervore che forse aveste già un tempo, e che or dovete avere per vivere da vostro pari.

Seguendo noi la fede a dispetto dei sensi, impariamo a non dar retta più ai sensi: e questi non vedendosi più secondati s’addestrano ad ubbidire.

Senza carità tutto è perduto.

Senza la fuga del peccato, e senza la carità niuno si salva.

Senza lume di Dio resterà l’anima nelle tenebre.

Sforzatevi di travagliare unicamente per soddisfare, e per dar gusto al Signore.

Sforziamoci di tender sempre a maggior perfezione.

Si dannano quei che vogliono.

Si guardi di non giudicar male d’alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso.

Si parli continuamente con Dio nell’orazione.

Si stacchi il cuore dalle vanità e si unisca a Cristo.

Si tenta Dio quando speriamo salvarci senza vivere da veri cristiani.

Si traffica a dovere il tempo, quando si spende in quelle cose che vuole Dio, e nella maniera con cui vuole Dio.

Siamo sempre in tempo d’emendarci, ove errammo, e di santificarci.

Siate povero e di corpo, e di cuore; siate casto e nella carne, e nella mente. E l’una e l’altra virtù acquistatela, praticatela, adoperatela per il fine per cui è destinata, cioè per avanzarvi nel divino amore.

Sollevate il vostro cuore a veri beni.

Solo coll’orazione aiutatevi, esponendo al Signore i vostri desideri, e rimettendovi alle disposizioni della sua provvidenza, le quali tutte sono indirizzate al nostro bene.

Specchiatevi sovente in Gesù Cristo.

Spera in Dio, ricorri a Dio, confida in Dio.

Sperando in Dio, quando meno ci pensiamo, e per vie, e mezzi anche inopinati, ci condurrà al termine; e farà, che chi non voleva, o diceva di non potere,o non poteva, e voglia, e possa.


Statevi nelle croci colla pace del Signore.

Stimatevi felici e di godere nel vostro cuore, quando vi vedrete costernati e agitati da varietà di tentazioni.

Stringetevi fortemente ad imitazione di Cristo colla Croce.

Talvolta vi sorprende anche la malinconia, vi prego a soffrir questa croce, ché avrete da Dio gran merito.

Tanti toccano Cristo sino ad opprimerlo, ma senza frutto perché senza fede.

Temete forse i demoni? Maria ve l’incatena.

Temete l’inferno? Maria ve lo chiude.

Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione.

Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano. Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede.

Tre sono le vie, che conducono al cielo, che vengono chiamate comunemente la purgativa, la illuminativa, la perfetta.

Tu che vai incantato dietro le bellezze, e grandezze di questo mondo, innalzati al suo Creatore, e pensa a quanto sarà più bello, e amabile chi l’ha creato.

Tu non puoi far al tuo corpo tanto male, quanto gli fai con soddisfarlo.

Tutta la vita religiosa, e cristiana è ordinata a crescere, e avanzarsi nella carità.

Tutti i servi di Dio, senza eccezione alcuna, a via di patimenti, e mortificazioni di mille sorti s’affaticarono di assoggettare all’anima la loro carne.

Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria.

Udite la voce di Dio, non pensate altro che ubbidire.

Umiltà ci vuole, e raccomandarci a Dio.

Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo.

Un bene infinito vi vuole a saziare un cuore capace di godere un bene infinito. Dio solo è questo bene.

Un peccato [mortale] solo si merita una penitenza eterna nel fuoco dell’inferno.

Un’anima che non è ben da Dio illuminata, facilmente prenderà la virtù per vizio, e il vizio per virtù.

Una comunione basta a renderci non buoni semplicemente, ma santi.


Una comunione sola basta a far un santo, ma voi con tante comunioni siete santo ancora?

Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute.

Uno dei più sensibili, e pesanti effetti del peccato, è appunto la morte.

Vedendovi difettoso, procurate emendarvi.

Vergine SS., otteneteci ora la grazia di convertirci tutti, mentre tutti ai vostri piedi vi diciamo: Kyrie.

Vi ammise Cristo alla sua sequela con tanta misericordia: seguitelo dunque crocifiggendo la vostra carne con tutte le sue concupiscenze.

Vi piace morir smaniando da disperato, o pur da giusto colmo di gaudio, e di contento. Se quest’ultima parte vorreste voi fare, già il sapete che a farla fa d’uopo prepararvi.

Vi ringrazio, Signore, che m’avete dato questa santa giornata, e quanto quest’oggi farò, tutto sia a gloria vostra. Aiutatemi a non peccare mai.

Vivete come se ogni momento per voi è l’ultimo.

Viviamo pur tutti come in un mar tempestoso.

Voi mostrate di non prezzare l’anima, se non cercate più il cibo dell’anima, che vi ha da dispensare il vostro direttore.

Voi non avete potuto avere tentazioni di questa più terribile, di esservi contentato restare senza direttore. Sarete perduto.

Voi non potete odiar più fieramente la vostra carne che con accarezzarla.

Voi vi perdete d’animo quando dovreste maggiormente confidare in Dio.

Voi, Madre addolorata, per le vostre lacrime, per i vostri dolori impetrateci la grazia del perdono.

Volete fare agli altri il sopramastro correggendo questi e quegli senza che a voi appartiene: avvertendo l’uno, insegnando l’altro, criticando, censurando, sputando sentenze, senza riflettere ai vostri difetti, e malanni più gravosi forse di quelli degli altri.

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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".