L’incontro con i cappuccini

Un giorno, mentre torna a casa,
Giuseppe incontra tre frati cappuccini,
che, con la bisaccia stracolma di carità
il viso grondante sudore per il gran caldo,
e i piedi spaccati per il lungo camminare,
ma con negli occhi il canto
della perfetta letizia, risalgono,
faticosamente, il letto del torrente Caserta
per rientrare in convento.

E’ così che il Signore
gli indica in quale famiglia religiosa
può realizzare il sogno della sua vita.

Il 5 novembre 1740, a sedici anni
appena iniziati, veste il ruvido
saio francescano, assumendo
il nuovo nome di fra Gesualdo da Reggio.

A un anno esatto,
terminato Noviziato, emette i voti
di obbedienza, povertà e castità,
consacrandosi per sempre al Signore.

(Disegno di Giorgio Pinna: Quella vista produsse in lui un non so che di venerazione)
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".