La veglia di preghiera notturna conclusa con la solenne Concelebrazione di mons. Nunnari (13-14 settembre 2013)
 
La veglia dell’amore dei figli verso la Madre e della Madre verso i figli

E’ stato un cenacolo d’intensa e fervorosa preghiera il Santuario dell’Eremo la notte tra venerdì 13 e sabato 14 settembre, conclusa con la ormai tradizione solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta da mons. Nunnari, precedente la suggestiva discesa del venerato Quadro in Città.

Dei pellegrini che hanno partecipato alla veglia mariana con il neo arcivescovo mons. Morosini in pochi hanno fatto ritorno alle loro case. La stragrande maggioranza, infatti, è rimasta a “concelebrare” i Santi Misteri, presieduti, rispettivamente, dal parroco della Basilica-Santuario, fra Giuseppe Sinopoli, dal ministro provinciale dei cappuccini, fra Giovanni Battista Urso, e dal vicario della casa conventuale, fra Luca Falcone; e ad adorare, con un cuor solo ed un’anima sola, Gesù eucaristia, solennemente esposto sull’altare davanti alla maestosa pala del Monteleone.

Alla santa Messa delle ore 23.00, animata dal Cenacolo “Maria Consolatrice”, fra Giuseppe ha tratteggiato le meraviglie operate dalla Vergine nella popolazione reggina e non solo, spezzando il pane della carità misericordiosa divina, soprattutto quando eventi drammatici hanno seminato rovina, morte e disperazione. E proprio per questa premurosa presenza materna le Autorità religiose e civili hanno chiesto e ottenuto che venisse proclamata Patrona e Protettrice della Città. “I tristi eventi – ha ancora detto fra Giuseppe – continuano a signoreggiare nel nostro tempo e noi non dobbiamo stancarci di ricorrere a Maria perché ci presenti a Gesù e ci ottenga le grazie di cui abbiamo bisogno; e soprattutto ci dia il coraggio e la fedeltà della coerenza battesimale e della testimonianza evangelica nella carità”.

Il ministro provinciale, fra Giovanni Battista Urso, ha fortemente esortato i presenti a porre al centro il Signore, vivendo in pienezza i comandamenti, consentendoci così di essere in perfetta comunione con Lui e con il prossimo. “Non possiamo – ha precisato – dirci cristiani e poi lasciarci sedurre dalla contraddizione e dall’incoerenza di fede”.

Terminate le celebrazioni dei Santi Misteri, si è dato inizio alla lunga adorazione Eucaristica, divisa in due parti. La prima parte dell’adorazione Eucaristica è stata presieduta dal vicario provinciale, fra Pietro Ammendola, coadiuvato nel servizio dagli studenti cappuccini, e animata nel canto dal Cenacolo “Maria Consolatrice”. La seconda parte è stata, invece, presieduta dal parroco, fra Giuseppe Sinopoli, e animata nel canto dal “Rinnovamento nello Spirito”.

Nonostante l’assordante rumore dei tamburelli all’esterno della Basilica - espressione di una devozione non certo rispettosa verso Colei che sempre ha elargito a piene mani consolazione e speranza nel cuore dei reggini, specie nei momenti di acuta sofferenza umana e ambientale – continuo e amorevole si è levato “il canto dell’amore filiale dei pellegrini”, implorando serenità e benessere non solo sulle proprie famiglie, ma anche sulla Città, sulla Calabria e sul mondo. Bellissimi e commoventi i canti popolari, in lingua volgare, intonati spontaneamente da alcune vecchiette, facendo riecheggiare nel sacro tempio quella linfa devozionale “a tutto cuore” che per secoli ha onorato la nostra Mamma consolatrice.

Intanto i Portatori giungevano alla spicciolata nel piazzale dell’Eremo per poi collocarsi, all’ora stabilita, attorno alla Vara e lungo i gradini del Sancta Sanctorum, formando uno spesso cordone, come un grande abbraccio alla loro “Regina”, la Madonna della Consolazione.
L’ingresso nel Presbiterio di mons. Nunnari, vestito con i paramenti liturgici per la santa Messa, è stato salutato dai fedeli e in particolar modo dai Portatori da un caloroso e lungo applauso. Ma appena l’illustre Presule ha iniziato la solenne Eucaristia, un silenzio mariano è sceso nella Casa della Consolatrice, mentre gli occhi dei fedeli si dissetavano alla sorgente dei Santi Misteri.

Vibrante e accorata l’omelia dell’arcivescovo mons. Nunnari, incentrata sulla evangelica devozione alla Vergine Maria, la quale rinnova l’invito a porci alla sequela del figlio Gesù, ascoltando e mettendo in pratica la sua Parola. Solo così potremo ritrovare la gioia e la bellezza della fede, della speranza e della carità. “Tocca a noi cristiani, figli di Maria – ha sottolineato mons. Nunnari – impegnarci a che la nostra Città possa riscattarsi e tornare ad essere la Città che merita e che il mondo guarda con ammirazione per il suo ricco patrimonio storico-culturale e per il suo fascino naturale”.

Spontaneo, come da rituale, è sgorgato dal cuore “do gridatura” l’invocazione: “Eh griramula tutti cu cori oggi e sempri: evviva Maria!”, seguito da un’ondata interminabili di applausi dai fedeli, stipati letteralmente nel Santuario più importante della diocesi.

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".