2° Sabato (6 agosto 2011)
Maria Vergine
Regina e Madre della misericordia
(a cura di padre Giuseppe Sinopoli)

In questa dedica s’intrecciano due titoli invocativi cari al cuore dei devoti e, perciò, assai popolari.

Il primo titolo "Regina di misericordia" esalta la benignità, la magnanimità e la dignità della Vergine Maria che, concretizzando la prefigurazione della regina Ester, «interviene - come leggiamo nelle "Messe della Beata Vergine Maria - incessantemente per noi presso il Figlio» suo (Prefazio) per la salvezza del popolo, che ricorre a lei fiducioso nelle tribolazioni e nei pericoli. La Madre del Signore e la "regina clemente" (Prefazio, Orazione dopo la Comunione) «esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei» (Prefazio; cfr Orazione dopo la Comunione) e salutata «conforto dei penitenti e speranza dei miseri» (Antifona d’ingresso)".

Il secondo titolo "Madre di misericordia", attribuito dall’abate di Cluny sant’Oddone, «celebra la santa Vergine, sia perché ci ha generato Gesù Cristo, che è la misericordia visibile dell’invisibile Dio misericordioso, sia perché è madre spirituale dei fedeli, piena di grazia e di misericordia: la beata Vergine è chiamata «madre della misericordia» - scrive san Lorenzo da Brindisi -, il che significa che è infinitamente misericordiosa, madre clementissima e tenerissima, madre dolcissima» (Mariale, Sermone secondo sulla «Salve Regina», III: Opera omnia, Tipografia del Seminario, Padova 1928, p. 391).

La Madre di Gesù, che ora è in cielo, presenta le necessità dei fedeli al Figlio suo, che, quando era in terra, supplicò per gli sposi a Cana (cfr Vangelo, Gv 2,1-11). Nel formulario della messa la beata Vergine e celebrata anche come: - profetessa che esalta la misericordia di Dio (cfr Vangelo, Le 1,39-55); due volte nel cantico «Magnificat» ha lodato Dio che usa misericordia: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono»; «ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia» (Le 1,50.54; cfr Antifona alla Comunione 2).

Per questo i fedeli desiderano vivamente «magnificare con Maria la bontà infinita» di Dio (Orazione dopo la Comunione); - donna che ha fatto un ’esperienza della misericordia di Dio: «la regina clemente, esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei (Prefazio). Tali parole del Prefazio sembrano echeggiare ciò che scrive Giovanni Paolo Il riguardo alla beata Vergine: «Maria (...) in modo particolare ed eccezionale - come nessun altro - ha sperimentato la misericordia; (...) avendo fatto esperienza della misericordia in una maniera straordinaria» (Lettera Enciclica Dives in misericordia, 9: AAS 72, 1980, pp. 1208-1209).

Questo bellissimo formulario viene mirabilmente reso ancora più "prezioso" e "ricco di grazia" dal Vangelo della festa odierna la "Trasfigurazione del Signore", traendo il cristiano l’incoraggiamento efficace per rendere solida la barca della sua esistenza nelle tempeste di questo mondo, aprendo il suo cuore a Cristo, afferrando la sua mano e ritrovando pace, serenità e solida speranza, sicuro che l’aiuto e la consolazione della "Regina e Madre della misericordia", non gli verrà mai meno.


(In questo Sabato ci ha annunciato la Parola di Dio don Bruno Fraulin, superiore Opera don Orione)
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".