Il "ritorno" della venerata Effigie nella sua Casa all’Eremo
 
La bellissima testimonianza

E’ stato un pellegrinaggio di altissima emozione per noi frati cappuccini poter accompagnare il Quadro della nostra Mamma consolatrice nel luogo da Lei scelto per la sua dimora e da dove dispensa con premuroso amore grazie e consolazioni.

La sua permanenza nella Chiesa cattedrale si è configurata, per i suoi figli e devoti, come una preziosa occasione di arricchimento spirituale e, per i più lontani, un "incontro" emozionante e coinvolgente, che ha aperto la mente al cuore, bisognoso di conversione e di carità evangelica, vera e concreta.

Forse non tutti coloro che sono stati consolati dalla Vergine si sono stretti a lei nel rientro al suo Santuario dell’Eremo. Certamente è triste rilevare che il giorno della "discesa" una folla oceanica accorre per accompagnarla, o semplicemente per salutarla, facendo un tratto di strada assieme a lei, mentre nel giorno della "salita" all’Eremo poco più di qualche migliaio di fedeli le rende omaggio d’amore e di gratitudine.

Se andiamo a sfogliare le pagine della storia, troviamo che sia alla discesa in Città che al ritorno all’Eremo i reggini e i devoti dei centri urbani e rurali della Diocesi e della vicina Sicilia, grazie anche alle corse di autobus o di treni organizzati dall’Amministrazione Comunale, si presentavano in massa, cantando, pregando e raccontando le consolazioni ricevute da così premurosa Madre. Lo stesso avveniva per i portatori della Vara: tutti presenti, con il cuore ardente di zelo e di passione.

La consegna si segnalava come una stazione di meditazione e di preghiera, per poi continuare alla volta della Cattedrale o del Santuario dell’Eremo ancor più carichi di emozione e di devozione.

L’auspicio è che presto i reggini e i pellegrini, come pure i frati cappuccini, si riapproprino, in pienezza di fede e di grazia, di questa bellissima testimonianza filiale verso colei che è stata e continua ad essere sempre pronta e generosa nel rispondere ai bisogni di tutti.

Il messaggio del Vescovo nel consegnare il Quadro ai frati cappuccini

Carissimi,

pochi giorni prima della tradizionale Discesa in cittą del Quadro della Vergine Madre della Consolazione è iniziato il mio ministero pastorale in questa Diocesi. Ho voluto fin dall’inizio affidare il mio servizio, la vostra e la mia vita, alla custodia e alla tenerezza della Madre.

Oggi il Quadro ritorna nella Sua dimora all’Eremo. Ma la Madre non si distacca dai Suoi figli, perché rimane dentro il cuore di ciascuno e di tutti; non solo perché è forte il nostro desiderio di Lei, ma perché è ancora più grande il Suo desiderio di noi.

Miei cari, è semplicemente meraviglioso questo “rapporto tra la Madre e i figli”, nella nostra Reggio, dove Paolo di Tarso portė l’annuncio del Vangelo. Per la prima volta quest’anno ho vissuto con voi, profondamente commosso, il “rapporto tra Reggio e la Madre”.

Siccome Dio ha voluto inviarmi qui come vostro Pastore, avverto il dovere di vivere per voi anche il mio servizio di “Sentinella”, che scruta dall’alto, avverte i rischi e mette in guardia i figli.

Ecco il perché, carissimi fratelli, di questo mio messaggio.

Con voi presento alla Madre tutti gli scenari di sofferenza e di crisi della nostra Città; la passione silenziosa e nascosta di tante famiglie che si trovano sull’orlo della povertą; di tante persone che hanno perso il lavoro e di tantissimi giovani che non riescono a trovarlo; le difficoltà degli amministratori e degli imprenditori; il silenzio sofferto di chi si sente abbandonato; lo sguardo perplesso dei ragazzi che crescono avviandosi su un futuro avvolto tra le nubi dell’incertezza.

E presento alla Madre anche l’ansia e la stanchezza di chi vive nella paura causata dai soprusi di una violenza organizzata, difficile da estirpare; e che - per i propri interessi di guadagno e di potere - si avvale del terrore che diffonde e dell’omertą che ne deriva; e vergognosamente ferisce la vita di tanti e la storia del territorio intero.

Sono certo che la Madre accoglie quanto - con voi e a nome vostro - a Lei presento: a Lei, che avverte l’immenso bisogno di consolazione, che c’è nel cuore di tutti.

Come vostro Vescovo sento di dover aggiungere che noi stessi possiamo impedire alla Madre di consolarci, non solo quando confondiamo “la fede” con i soli “gesti di devozione” e pensiamo che basta baciare il Quadro per essere cristiani; ma soprattutto quando il nostro cuore è chiuso nel recinto dei peccati, delle passioni, dei nostri modi di vivere e di pensare, e non si apre alla conversione.

Se chiudiamo i cancelli, nessuno puė entrare. Nemmeno Dio, l’Onnipotente. “Chi ti ha creato senza di te - scrive s. Agostino - non ti può salvare senza di te”. “Ecco, dice Gesù, sto alla porta e busso: se qualcuno mi apre, verrė da lui e cenerė con lui; e lui con me”.

“Se mi apre...”, dice Gesù. Se non apriamo il cuore, carissimi fratelli, la Madre non ci puė consolare! E questa apertura è solo l’inizio di un “cammino di conversione”, lungo il quale si deve incamminare l’intera nostra diocesi: Vescovo, Preti, Laici, tutti... Ma soprattutto quanti rubano agli altri con la violenza la libertà di essere se stessi!

La Madre non attende altro che abbracciare ogni figlio, anche chi teme di essere perduto. Tutti siamo suoi figli! Ma puė abbracciarci e donarci la Sua consolazione solo se apriamo il cuore e iniziamo il cammino di conversione.

Sono certo - e da padre e fratello ve lo grido - che, se iniziamo davvero questo cammino, non cambierą soltanto la nostra vita; ma cambieranno il volto e la storia della Diocesi e della cittą intera.

Madre della Consolazione, prega per noi!

Reggio Calabria 24 Novembre 2013
                                                                              + p. Giuseppe Fiorini Morosini
                                                                                           Vostro Vescovo

La preghiera di mons. Morosini

Vergine della Consolazione, ti riconsegniamo ai frati che hanno in custodia questo tuo quadro, perché possa ritornare nel suo Santuario, da dove continui a vegliare sulla città.

Ci mancherà molto la presenza della tua immagine nella Cattedrale, nella quale ogni sabato ho ricevuto io stesso i tuoi figli pellegrini da ogni parte della Diocesi per onorarti. Ho ascoltato le loro confessioni sacramentali, le loro ansie e le loro speranze.

Per tre mesi circa sei stata in mezzo al popolo, ora ritorni a vegliare su di esso dall’alto.

Madre Santissima solo tu sai quante persone si sono aperte a te in questi giorni: quante lacrime hai asciugato, quante speranze hai raccolto, quanti gemiti ti sono giunti. Solo tu sai quanto perdono è stato chiesto, quante conversioni avvenute, quanto male evitato. Solo tu sai chi hai accolto: il giusto e il peccatore, il perseguitato e il persecutore, chi vive nella paura e chi semina paura, chi taglieggia e chi è taglieggiato, chi grida basta e chi si accanisce nel male. Solo tu sai se qualche cuore ha ceduto, se qualche ritorno c’è stato.

Noi, o Madre, dobbiamo dirti che mentre tu eri con noi e in mezzo a noi, c’è stato chi ti ha ignorato ed ha continuato a fare il male di sempre: attentati, taglieggiamenti, incendi.

Finirà mai, o Maria, tutto questo? Capiranno questi fratelli che non possono far convivere la loro condotta di vita con una presunta fede religiosa?

E poi, o Maria, voglio affidarti la disperazione di molte famiglie. In questi mesi tra la gente è salita la tensione e la preoccupazione per la perdita del lavoro, per la sua precarietà, per le ombre che si addensano su alcune realtà lavorative della città.

Reggio cerca speranza, ma non la trova; cerca soluzione ai propri problemi e rimane schiacciata da essi.

Come e che cosa fare?

Noi ricorriamo a te con la preghiera. E mentre ti salutiamo nel ritorno alla tua sede, ti chiediamo ancora di rimanere in mezzo a noi: nei nostri cuori, nelle famiglie, tra i malati e i carcerati, tra i disoccupati, tra i giovani, tra quanti hanno perso la speranza, tra tutti coloro che in qualunque modo sono vessati dalla criminalità organizzata.

Proteggi la nostra Chiesa, la nostra città e tutte le Istituzioni che la governano e la difendono.

Tocca il cuore di quanti hanno scelto di incamminarsi sulla strada del male e della violenza: Convertili!

Benedici tutti noi e quanti oggi, seppur lontani, ti sentono vicina.





"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".