Settenario e 7° Sabato (4-10/09/2011)
Il Settenario con la Vergine Maria
"causa della nostra gioia" e "immagine e madre della Chiesa"
(a cura di padre Giuseppe Sinopoli)
La celebrazione del Settenario in onore della Madonna della Consolazione si propone al devoto e al pellegrino come un grande evento di grazia. E ciò non solo perché consente loro di recuperare l’antica tradizione dei sette Sabati, che per motivi personali o familiari non è stato possibile onorare, ma anche di prepararsi con il maggior fervore possibile alla "visita" della Patrona e Protettrice ai suoi figli reggini, sostando nella Basilica Cattedrale fino al 21 novembre.
Due le fonti mariane a cui padre Luca Falcone, neo vicario del Convento Cappuccino di Reggio Calabria, attinge per infervorare il cuore dei fedeli verso la Madre di Dio e Madre nostra: 1) Maria Vergine causa della nostra gioia; 2) Maria immagine e madre della Chiesa.
Nella prima tematica si aprono i cieli sul nostro sguardo, proteso in alto, per contemplare il mistero dell’incarnazione, e cioè di Gesù Cristo, il Salvatore del mondo, che ci rivela il sorriso misericordioso del Padre, facendo traboccare il nostro cuore di gioia.
Senza il "fiat" di Maria alla Parola di Dio, il nostro cuore non sarebbe stato mai pervaso dalla gioia della Via, della Verità e della Vita, e dalla luce della Resurrezione di Cristo, annientando le tenebre del peccato e della morte, introdotte nel mondo dalla disobbedienza di Eva e di Adamo. E il peccato e la morte hanno generato il dolore e l’infelicità.
La venuta di Gesù nel mondo ha recato agli uomini pace e gioia, allietando "con la sua nascita gli umili pastori" (cfr Lc 2,10), facendo gioire "con la sua risurrezione i discepoli" (cfr Gv 20, 20; Lc 24, 41), "ascendendo al cielo" ha lasciato "gli Apostoli colmi di grande letizia" (cfr Lc 24, 52), "sedendo alla destra del Padre ha effuso sulla Chiesa nascente lo Spirito dell’amore e della gioia (cfr Gal 5, 22). La Chiesa sposa ha sempre posto la sua gioia nel Cristo sposo e nell’amore accolto e ricambiato sperimenta di giorno in giorno una gioia sempre più piena.
E poiché Gesù è venuto a noi per mezzo di Maria, la Chiesa a poco a poco ha compreso che la beata Vergine, in forza detta sua collaborazione all’incarnazione del Verbo, è causa, origine, sorgente della gioia messianica. La Chiesa riconosce che il dolore, introdotto dalla disobbedienza di Eva, è mutato in gioia dall’obbedienza di Maria. Pertanto la venera col titolo di «causa della nostra gioia» (Messe della Beata Vergine Maria).
Con la seconda tematica "Maria Vergine immagine e madre della Chiesa", i fedeli si lasciano sedurre dalla bellissima esperienza esistenziale e vocazionale che pervade un figlio nella pienezza della sua identità e della sua appartenenza alla Madre, la quale ci plasma l’anima e il corpo, mostrando al mondo impressa nel nostro volto la sua immagine e assaporando quella sensazione di alto profilo spirituale e anche somatico, che ci fa vivere e testimoniare, in pienezza comunionale e diaconale, la nostra identità ecclesiale. Cristo dalla croce, culmine della sofferenza e segno di infinito amore, ha affidato la madre a Giovanni e, in lui a tutti noi, dichiarandola madre nostra e riconoscendo noi suoi figli e sua Chiesa.
E noi non possiamo non lodare questa immensa "bontà di Dio, che - come si legge nelle Messe della Beata Vergine Maria - ha prediletto la sua Chiesa con un amore così grande da darle nella beata Vergine una icona profetica della sua peregrinazione in terra e della futura gloria in cielo: «(La Chiesa) in lei - insegna il Concilio Vaticano II - ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione e contempla con gioia, come in un’immagine purissima, ciò che essa tutta desidera e spera di essere» (SC 103).
La beata Vergine, «specchio senza macchia della gloria di Dio» (Antifona alla Comunione, cfr Sap 7,26; cfr Antifona d’ingresso) offre alla Chiesa una purissima immagine di discepola perfetta, vergine casta, sposa fedele, madre sollecita, regina coronata di gloria.
La liturgia perciò celebra la Madre di Gesù come: - discepola perfetta nella sequela di Cristo. Quindi supplichiamo che la Chiesa, tenga «sempre fisso in lei il suo sguardo, per camminare sulle orme del suo Signore» (Colletta), e si conformi «sempre più all’immagine del Cristo, che ammira ed esalta nella gloriosa Madre» (Orazione sulle offerte); - «vergine illibata per l’integrità della fede» (Prefazio), alla quale guarda continuamente la Chiesa: infatti «essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede allo Sposo» (LG 64) - «sposa indissolubilmente unita a Cristo nel gaudio e nel dolore» (Prefazio); «contemplando (Maria) alla luce del Verbo fatto uomo, la Chiesa penetra con venerazione e più profondamente nell’altissimo mistero dell’incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo» (LG 65); - «madre feconda perché adombrata dallo Spirito Santo», «madre sollecita del bene di tutti i suoi figli» (Prefazio); la Chiesa, «imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà, diventa essa pure madre, perché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio» (LG 64); - «regina adorna dei gioielli delle virtù, (...) splendente della gloria del suo Signore» (Prefazio), nella quale, «la Chiesa contempla l’immagine purissima della sua gloria futura«» (Antifona d’ingresso, cfr SC 103; cfr Orazione sulle offerte, Prefazio)".
Le due tematiche, esemplari per la formazione della nostra vita di fede, trovano il culmine nella simbolica offerta del cero da parte dei Portatori della Vara e nella veglia mariana, animata dalla recita del rosario meditato, presieduta da mons. Vittorio Mondello, arcivescovo metropolita.
"causa della nostra gioia" e "immagine e madre della Chiesa"
(a cura di padre Giuseppe Sinopoli)
La celebrazione del Settenario in onore della Madonna della Consolazione si propone al devoto e al pellegrino come un grande evento di grazia. E ciò non solo perché consente loro di recuperare l’antica tradizione dei sette Sabati, che per motivi personali o familiari non è stato possibile onorare, ma anche di prepararsi con il maggior fervore possibile alla "visita" della Patrona e Protettrice ai suoi figli reggini, sostando nella Basilica Cattedrale fino al 21 novembre.
Due le fonti mariane a cui padre Luca Falcone, neo vicario del Convento Cappuccino di Reggio Calabria, attinge per infervorare il cuore dei fedeli verso la Madre di Dio e Madre nostra: 1) Maria Vergine causa della nostra gioia; 2) Maria immagine e madre della Chiesa.
Nella prima tematica si aprono i cieli sul nostro sguardo, proteso in alto, per contemplare il mistero dell’incarnazione, e cioè di Gesù Cristo, il Salvatore del mondo, che ci rivela il sorriso misericordioso del Padre, facendo traboccare il nostro cuore di gioia.
Senza il "fiat" di Maria alla Parola di Dio, il nostro cuore non sarebbe stato mai pervaso dalla gioia della Via, della Verità e della Vita, e dalla luce della Resurrezione di Cristo, annientando le tenebre del peccato e della morte, introdotte nel mondo dalla disobbedienza di Eva e di Adamo. E il peccato e la morte hanno generato il dolore e l’infelicità.
La venuta di Gesù nel mondo ha recato agli uomini pace e gioia, allietando "con la sua nascita gli umili pastori" (cfr Lc 2,10), facendo gioire "con la sua risurrezione i discepoli" (cfr Gv 20, 20; Lc 24, 41), "ascendendo al cielo" ha lasciato "gli Apostoli colmi di grande letizia" (cfr Lc 24, 52), "sedendo alla destra del Padre ha effuso sulla Chiesa nascente lo Spirito dell’amore e della gioia (cfr Gal 5, 22). La Chiesa sposa ha sempre posto la sua gioia nel Cristo sposo e nell’amore accolto e ricambiato sperimenta di giorno in giorno una gioia sempre più piena.
E poiché Gesù è venuto a noi per mezzo di Maria, la Chiesa a poco a poco ha compreso che la beata Vergine, in forza detta sua collaborazione all’incarnazione del Verbo, è causa, origine, sorgente della gioia messianica. La Chiesa riconosce che il dolore, introdotto dalla disobbedienza di Eva, è mutato in gioia dall’obbedienza di Maria. Pertanto la venera col titolo di «causa della nostra gioia» (Messe della Beata Vergine Maria).
Con la seconda tematica "Maria Vergine immagine e madre della Chiesa", i fedeli si lasciano sedurre dalla bellissima esperienza esistenziale e vocazionale che pervade un figlio nella pienezza della sua identità e della sua appartenenza alla Madre, la quale ci plasma l’anima e il corpo, mostrando al mondo impressa nel nostro volto la sua immagine e assaporando quella sensazione di alto profilo spirituale e anche somatico, che ci fa vivere e testimoniare, in pienezza comunionale e diaconale, la nostra identità ecclesiale. Cristo dalla croce, culmine della sofferenza e segno di infinito amore, ha affidato la madre a Giovanni e, in lui a tutti noi, dichiarandola madre nostra e riconoscendo noi suoi figli e sua Chiesa.
E noi non possiamo non lodare questa immensa "bontà di Dio, che - come si legge nelle Messe della Beata Vergine Maria - ha prediletto la sua Chiesa con un amore così grande da darle nella beata Vergine una icona profetica della sua peregrinazione in terra e della futura gloria in cielo: «(La Chiesa) in lei - insegna il Concilio Vaticano II - ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione e contempla con gioia, come in un’immagine purissima, ciò che essa tutta desidera e spera di essere» (SC 103).
La beata Vergine, «specchio senza macchia della gloria di Dio» (Antifona alla Comunione, cfr Sap 7,26; cfr Antifona d’ingresso) offre alla Chiesa una purissima immagine di discepola perfetta, vergine casta, sposa fedele, madre sollecita, regina coronata di gloria.
La liturgia perciò celebra la Madre di Gesù come: - discepola perfetta nella sequela di Cristo. Quindi supplichiamo che la Chiesa, tenga «sempre fisso in lei il suo sguardo, per camminare sulle orme del suo Signore» (Colletta), e si conformi «sempre più all’immagine del Cristo, che ammira ed esalta nella gloriosa Madre» (Orazione sulle offerte); - «vergine illibata per l’integrità della fede» (Prefazio), alla quale guarda continuamente la Chiesa: infatti «essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede allo Sposo» (LG 64) - «sposa indissolubilmente unita a Cristo nel gaudio e nel dolore» (Prefazio); «contemplando (Maria) alla luce del Verbo fatto uomo, la Chiesa penetra con venerazione e più profondamente nell’altissimo mistero dell’incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo» (LG 65); - «madre feconda perché adombrata dallo Spirito Santo», «madre sollecita del bene di tutti i suoi figli» (Prefazio); la Chiesa, «imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà, diventa essa pure madre, perché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio» (LG 64); - «regina adorna dei gioielli delle virtù, (...) splendente della gloria del suo Signore» (Prefazio), nella quale, «la Chiesa contempla l’immagine purissima della sua gloria futura«» (Antifona d’ingresso, cfr SC 103; cfr Orazione sulle offerte, Prefazio)".
Le due tematiche, esemplari per la formazione della nostra vita di fede, trovano il culmine nella simbolica offerta del cero da parte dei Portatori della Vara e nella veglia mariana, animata dalla recita del rosario meditato, presieduta da mons. Vittorio Mondello, arcivescovo metropolita.
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".