6° Sabato (3 settembre 2011)
Maria Vergine
Regina della pace

(a cura di padre Giuseppe Sinopoli)

Il desiderio di pace e di serenità, interiore ed esteriore, si è incominciato ad avvertire non appena l’uomo ha iniziato a vivere l’inquietudine e la tristezza del peccato.

Per un atto di assoluto egoismo, che ambiva ad essere come Colui che li aveva creato, l’uomo e la donna hanno scoperto la vergogna della loro nuova umiliante condizione, tanto da nascondersi alla voce e allo sguardo di Chi li aveva costituito signori dell’Eden, il paradiso della comunione con Dio, della pienezza dell’amore e, quindi, della pace, della gioia e dell’immortalità.

Lasciandosi sedurre da satana, padre della menzogna e dell’inganno, l’uomo ha accolto nel suo cuore i semi della "zizzania", e cioè dell’invidia, della discordia, dell’avidità, della superbia e della violenza, favorendo una cultura di aspirazioni malefiche, per conseguire le quali è diventato capace di uccidere perfino il proprio fratello.

Da quel momento nel cuore dell’uomo i germi del peccato e della morte si sono velocemente imposti, facendo perdere brillantezza e lucidità alla ragione, al punto da portarlo a commettere ogni genere di perversione e a dimenticare Dio. E quando nel cuore dell’uomo non c’è Dio, non può esserci la pace.

La tematica di questo 6° sabato "Maria Vergine regina della pace" ci aiuta a riflettere su questo prezioso dono, senza il quale siamo incapaci di ritrovarci nello splendore dell’immagine e somiglianza divina e nella piena riconciliazione con noi e il creato.

A farci degni di questo dono è il Principe della Pace, Gesù Cristo, che Maria "ha reso nostro fratello e ci ha ottenuto la misericordia" (Bonaventura da Bagnoreggio).

E’ proprio in ragione di ciò che san Francesco d’Assisi nutriva una fervente devozione per la Regina della pace, circondandoLa di indicibile amore; e in suo onore "innalzava preghiere e offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere"(Bonaventura da Bagnoreggio).

Anche se non in forma ufficiale, la devozione verso la Vergine "regina della pace" si è accompagnata, affermandosi sempre più, in ogni situazione di grave disagio relazionale interpersonale e tra i popoli.

A ricevere il sigillo dell’universalità e dell’ufficialità si è dovuto attendere al secondo decennio del secolo scorso. Infatti - come viene rilevato nelle "Messe della Beata Vergine Maria" - è stato papa Benedetto XV ad inserire, durante la prima terribile conflagrazione mondiale del 1917, nelle Litanie Lauretane l’invocazione alla «Regina della Pace».

Nella tematica della Messa odierna "si ricorda - come si legge testualmente nel Messale di cui sopra - la cooperazione della Vergine alla riconciliazione, alla «pace» tra Dio e gli uomini ristabilita da Cristo: - nel mistero dell’incarnazione: l’umile serva del Signore «accogliendo l’annunzio dell’angelo Gabriele, concepì nel grembo verginale Gesù Cristo nostro Signore (...) principe della pace» (Prefazio; cfr Vangelo, Lc 1, 26-38), il quale ci ridonò questo bene riconciliando «in sé la terra e il cielo» (Antifona alla Comunione); - nel mistero della passione: «Madre piena di fede stette intrepida presso la croce dove il Figlio, per la nostra salvezza, pacificò nel suo sangue il cielo e la terra» (Prefazio); - nel mistero della Pentecoste: la Vergine, «discepola» della pace, rimanendo in preghiera con gli Apostoli, attende «lo Spirito di unità e di pace, di gioia e di amore» (cfr Prefazio).

Facendo memoria della Vergine Maria, regina della pace, l’assemblea dei fedeli supplica Dio perché, per intercessione di lei, conceda alla Chiesa e all’intera umanità: - lo spirito di carità: Concedi che sia «unita nel vincolo della carità fraterna» (Colletta); «donaci, o Padre, lo Spirito del tuo amore» (Orazione dopo la Comunione); - i doni dell’unità e della pace: «concedi alla tua Chiesa i doni dell’unità e della concordia» (Orazione sulle offerte); concedi che «formi una sola famiglia unita nel vincolo della carità fraterna», perché «diventiamo costruttori della pace che Gesù ci ha lasciato» (Colletta, Orazione dopo la Comunione); - il tranquillo corso degli eventi: «rendi... la tranquillità tanto desiderata» (Colletta)".

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".