Ritorno della sacra effigie della Madonna della Consolazione e apertura della Porta Santa nella Basilica dell’Eremo (13 dicembre 2015)
 
di Giuseppe Sinopoli


Dopo l’apertura della Porta Santa nel Duomo, cattedrale e chiesa madre dell’arcidiocesi, avvenuta sabato 12 dicembre 2015, con inizio alle ore 16.00, Sua Ecc. mons. Giuseppe Fiorini Morosini ha aperto anche la Porta Santa della Misericordia nella Basilica dell’Eremo, al termine del pellegrinaggio processionale organizzato per il ritorno del venerato Quadro alla sua abituale dimora. Tale singolare straordinario evento di grazia è stato celebrato domenica 13 dicembre, alle ore 18.56.

Essendo operativi i lavori in Piazza Duomo, il rientro della sacra Effigie della Consolatrice non ha potuto seguire l’iter tradizionale, per cui è stata apportata una variazione, svoltando, appena ha lasciato la Cattedrale, a sinistra per immettersi in via san Francesco da Paola, percorrere la seconda traversa via XXI Agosto e ritornare, quindi, sul Corso Garibaldi.

Giunti all’incrocio di via Cardinale Portanova, non ha avuto luogo il rito della consegna della sacra Immagine ai frati Cappuccini, ma si è continuato pregando e cantando, fino al Santuario della Consolazione, ove, come si è accennato sopra, il Pastore dell’arcidiocesi ha aperto la Porta Santa della Misericordia, eleggendo il citato Santuario Chiesa giubilare.

Il Cenacolo “Maria Consolatrice”, che non è stato coinvolto nell’animazione assembleare delle preghiere e dei canti liturgici in Basilica per accogliere e onorare in spirito contemplativo di fede e di amore la Patrona e Protettrice della Città, ha condiviso tale momento di intensa spiritualità mariana nell’accompagnarla dal Duomo alla sua Casa dell’Eremo.

Effettuata l’ultima sosta sul piano della penultima rampa della grande scalinata, mons. Morosini ha tenuto una breve riflessione spirituale, invitando con voce paterna ad una conversione onesta, sincera e permanente, caratterizzata da gesti concreti, semplici e fortemente solidali.

Non una conversione di facciata, ma sgorgante da un cuore umile e rinnovato dall’acqua purificatrice della grazia sacramentale nello Spirito Santo, che è comunione d’amore e profetica speranza.

Quindi il Pastore si è inginocchiato davanti alla Patrona e Protettrice della Città e con voce fidente e commossa ha consacrato a Lei, Madre di Consolazione e di Misericordia, la porzione di vigna affidata al suo ministero episcopale e la stessa Reggio Calabria.

La folla di fedeli e devoti, infervorata dalla calda esortazione del Presule, ha manifestato il suo assenso con un applauso, mentre alto e solenne si è elevato il canto della Salve Regina.

Intanto l’Arcivescovo si portava sulla soglia del Santuario e ha aperto la Porta quasi a significare le braccia aperte di un popolo che corre verso il Signore per abbandonarsi sul suo cuore palpitante tenerezza e rigenerante perdono.

L’elezione del Santuario a Chiesa Giubilare ha rinnovato l’antico carisma di questo luogo, scelto da Maria, ove, in virtù della vita ministeriale e testimoniale dei frati cappuccini, costantemente intenti a pregare, ad accogliere e a servire la gente che si presentava per un bisogno spirituale o materiale, il Signore ha operato, per intercessione della Vergine, prodigi e ha dispensato consolazioni.

Col passare del tempo, esso si è sempre più autorevolmente proposto e affermato come ricercata oasi di pace, di riconciliazione e di santità, nonché casa di carità e di generosa solidarietà soprattutto verso i poveri, grazie anche al ministero della questua dei frati non chierici, i quali andavano per le strade della gente e dei nobili e bussare alla porta del loro cuore chiedendo un tozzo di pane od un po’ di minestra guadagnandoselo col lavoro manuale.

Spalancata la Porta della Misericordia, i portatori sono entrati in Basilica con sulle spalle la Vara recante l’effigie della Vergine Consolatrice cantando con acceso e palpitante fervore devozionale: “O Maria, quanto sei bella”, a cui si sono uniti i pellegrini.

La celebrazione Eucaristica, presieduta da padre Giovanni Laratta, è stata animata dalla Corale “San Francesco d’Assisi”.

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".