"Nel secondo giorno del Triduo, il Sabato santo, «la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione» (Messale Romano, p. 160).
Un giorno, dunque, di sosta silenziosa e orante nella memoria della sepoltura del Signore. Mentre la celebrazione eucaristica viene sospesa in attesa di gustarla nuovamente nella notte pasquale non cessa la laus perennis attraverso la liturgia delle Ore che, con antifone, inni, salmi e letture, contribuisce a definire i contorni di questo giorno. È il giorno del grande silenzio.
Le parole cedono il posto allo stupore della contemplazione perché Cristo si è fatto solidale con la storia umana di tutti i tempi e porta la salvezza a tutti coloro che lo hanno atteso e hanno preparato il suo avvento. È il mistero della “discesa agli inferi” professato da alcuni Simboli antichi e tuttora dalla preghiera eucaristica IV, quale annuncio di salvezza per ogni uomo: nessuno è escluso dalla salvezza che Dio ha preparato per gli uomini in Cristo, nessuno è smarrito, Dio si fa solidale anche nella morte con l’uomo mortale.
È il giorno in cui il mistero della discesa agli inferi viene silenziosamente celebrato. Per quanto le tradizioni delle Chiese siano unanimi nel ritenere per fede questo aspetto della Pasqua, si tratta di un articolo del Simbolo sovente trascurato. Introducendo la celebrazione comunitaria dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi del mattino o come breve omelia, questo mistero può essere adeguatamente presentato quale tesoro di fede della Chiesa. A questo proposito la Lettera circolare sulla Preparazione e celebrazione delle feste pasquali ricorda che può essere esposta per la venerazione dei fedeli, oltre all’immagine del Cristo crocifisso e deposto nel sepolcro e l’immagine della beata Maria Vergine Addolorata, anche un immagine della discesa agli inferi «che illustra il mistero del sabato santo» (74 - www.chiesacattolica).
"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".
"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".
"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".
"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".
"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".