Giovedì santo: la Cena del Signore (2010)

"Fate questo in memoria di me"

Con la celebrazione della Messa “In Coena Domini” ha avuto inizio il Triduo Pasquale della passione, morte e resurrezione del Signore, che segna il culmine nella Veglia pasquale della notte di sabato santo e si conclude con i Vespri della Domenica di Risurrezione.

La cena del Signore, con la quale si comincia il percorso della passione di Gesù, è la celebrazione che riunisce la comunità ecclesiale. Abbiamo visto come questo “convenire in unum” si sia attualizzato anche nella Basilica della Madonna della Consolazione con intenso raccoglimento; un “convenire in unum” reso edificante ed attuale con un’intimità relazione caratterizzata dalla comunione e dalla condivisione come accoglienza e testimonianza di ciò che Gesù ha comandato di fare ai suoi apostoli.

Momenti essenziali della liturgia odierna sono, pertanto, l’istituzione dell’Eucaristia, con la quale Gesù sancisce e celebra il “nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore”, e la lavanda dei piedi, per insegnarci che se si vuole essere fedeli alla propria vocazione cristiana e credibili testimoni del Regno di Dio bisogna essere al servizio gli uni degli altri con grande trasporto d’animo e sensibile generosità di cuore.

L’Eucaristia, sorgente e simbolo di carità, infatti, esige una risposta d’amore che si fa ascolto, accoglienza, preghiera adorante, carità concreta di condivisione e di servizio.

La solenne liturgia si è conclusa con la reposizione dell’Eucaristia nell’apposito altare - preparato anche quest’anno con particolare cura grazie alla ispirata ed artistica collaborazione dei nostri studendi fra Luigi Grisi e fra Ippolito Fortini - dove i fedeli si sono alternati in adorazione per tutta la notte, pregando secondo l’intenzione di Sua Eccellenza Mons. Vittorio Luigi Mondello, Arcivescovo Metropolita.

L’Altare della reposizione è il luogo dove la Chiesa sosta in devota adorazione, meditando la passione e la morte del Signore Gesù. Non si celebra l’Eucaristia. La mensa, infatti, resta senza tovaglia e ornamenti fino alla solenne Veglia del sabato santo, in attesa della risurrezione.

Tale Altare, una volta chiamato "Sepolcro", è stato preparato per facilitare la preghiera e la meditazione, facendo ricorso a simbologie evangeliche molto significative, conferendo un tono di particolare suggestione.

Su un pezzo di tronco è stato posto il tabernacolo, circondato da un’aureola di fiori, sviluppatasi su una mensa, anch’essa infiorata. Vi si accede, simbolicamente, attraverso tre gradini, con su un velo giallo ed una tovaglia di lino, ricamata finemente a mano, per accogliere un grande pane, segnato dalla croce, come facevano le nostre mamme quando preparavano il pane in casa. Ai lati della mensa enormi piatti circolari in cui si è seminato il tradizionale grano, la lenticchia e l’orzo, che richiamano i frutti del lavoro dell’uomo e della madre terra.

Sulla parte piana, si selezionano, in primo piano, un’àncora e una rete da pesca, a simboleggiare Gesù e il richiamo della frase rivolta ai primi apostoli: "Vi farò pescatori di uomini". Poco più in là, a destra e a sinistra, altre tre anfore con altrettanti veli che fuoriescono da esse, indicanti la grazia, la speranza e la penitenza da evolvere in carità. E al centro la grande antica anfora sulla quale troneggia una luce, segno di Cristo crocifisso e risorto, che illumina la nostra vita.

L’impianto d’illuminazione, realizzato da Francesco Lonìa, ha reso ancora più suggestivo il "Luogo" della reposizione.

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"Fate questo in memoria di me"

Altare della reposizione

... in ricordo dell’istituzione Eucaristica...

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".