Giovedì santo: Messa "in coena Domini" (2011)


"Amatevi come io vi ho amato"
a cura di fr. Ippolito Fortino

La celebrazione della Messa “in coena Domini” commemora tre misteri fondamentali della nostra fede: l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale e il comandamento dell’amore fraterno: “Fate questo in memoria di me – Amatevi come io vi ho amato”.

Questa sera è già l’inizio del Triduo Santo della passione, morte, sepoltura e risurrezione del Signore, che terminerà con i Vespri della Domenica di Pasqua.

Ci introduce all’austerità dei giorni di Passione il silenzio delle campane, che vengono suonate per l’ultima volta durante il canto del Gloria, e la spogliazione dell’altare fino alla Veglia pasquale.

Apriamo il cuore a questi grandi misteri.

Monizione alle letture

Le letture ruotano tutte attorno al senso della nuova Pasqua inaugurata da Gesù per compiere l’antica Pasqua. Il Vangelo di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli è l’altro modo - rispetto a quello dell’istituzione dell’Eucaristia - per dirci che cosa Egli fece della sua vita: Egli è il Dio che si china dinanzi agli uomini per deporre ai loro piedi la propria vita, tutta versata per lavarli.

Monizione alla lavanda dei piedi

La Parola si fa adesso gesto concreto, in una “imitazione” che ha lo scopo di ravvivare ai nostri occhi il gesto di Gesù. Ma la lavanda dei piedi non è fatta per ricordare semplicemente il “buon esempio” di Gesù: essa mira a farci comprendere l’Eucaristia, il significato del Suo donarsi per noi. Nessuno gli prese la vita, ma egli la diede liberamente per lavare la nostra sporcizia e renderci degni di essere chiamati figli di Dio.


La solenne liturgia si è conclusa con la reposizione dell’Eucaristia nel tabernacolo dell’apposito altare preparato, come è ormai nostra consuetudine, con passione e amore grazie all’ispirata creazione artistica dei nostri giovani teologici fra Giovanni Laratta, fra Ippolito Fortino e fra Gianluca Crudo. Qui centinania di fedeli e pellegrini si sono avvicendati in devota adorazione per tutta la notte fino alla celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi, animata da noi frati cappuccini.
 


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                                       "Amatevi come io vi ho amato"

                                              Altare della reposizione

                                               (Il servizio fotografico è stato realizzato da Orsola Toscano)


"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".